La violenza di genere nel nostro Paese è un fenomeno di allarme sociale inarrestabile ed in continua ascesa. Solo quest'anno i casi di femminicidio sono stati, finora, ben 106.

Il recente fatto di cronaca che ha tenuto con il fiato sospeso un'intera nazione, che ha avuto come protagonisti due giovani del florido nord-est e come tragico epilogo la morte della povera Giulia Cecchettin, dimostra quanto la tendenza alla prevaricazione della donna sia tutt'altro che estinta con le vecchie generazioni e che non si differenzi a seconda del livello sociale, segno che la problematica ha radici culturali profonde.
Nonostante le ragazze dei nostri tempi possano accedere agli stessi livelli di istruzione ed ambire alle stesse professioni dei loro coetanei, il loro ruolo nella coppia o nella famiglia non gode spesso delle stesse condizioni paritarie.

Questo squilibrio è senza dubbio generatore di conflitti e di reazioni aggressive
financo violente, laddove vi sia l'incapacità di concepire la donna come entità dotata di una propria libertà, autonomia, indipendenza ed autodeterminazione.
Ci conforta apprendere che mercoledì scorso il Senato abbia dato via libera all'unanimità al Disegno di Legge Delega del governo con il quale sono state previste norme più rigorose per contrastare il dilagante fenomeno della violenza di genere.

--- vedi anche: ‘Mai più femminicidio’: il video del convegno ---

Riteniamo tuttavia che lo strumento sanzionatorio possa essere utile ma non sufficiente ad arginare il problema. Crediamo davvero che si renda necessario concentrarsi sulla prevenzione, intesa come adozione di idonee campagne di informazione e formazione e di un progetto di educazione relazionale e affettiva nelle scuole, affinché quelle radici culturali possano essere finalmente estirpate.
Oggi, come ogni giorno, diciamo No alla violenza sulle donne, No alla disparità di genere

Michela Romanello
Segretaria Nazionale
UILPA Polizia Penitenziaria