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Ascolta qui l'intervento del Segretario Generale Gennarino De Fazio

 Ultim'ora -  Questa mattina, dopo una perdurante attesa, si è tenuto il primo incontro fra le Organizzazioni Sindacali degli appartenenti Corpo di polizia penitenziaria e un componente del vertice politico del Ministero della Giustizia, insediatosi quasi cinque mesi fa, rappresentato dal Sottosegretario di Stato delegato, On. Andrea Delmastro delle Vedove.

         Alla riunione hanno partecipato anche, il Direttore generale del personale del DAP, Massimo Parisi, e altri dirigenti dell’ufficio.

         La UILPA Polizia Penitenziaria, raccogliendo l’invito contenuto nella stessa nota di convocazione dell’incontro di condensare in punti le prospettive, le criticità e le priorità per il Corpo di polizia penitenziaria, ha fatto precedere il proprio intervento da un documento scritto contenente i 33 punti programmatici già sottoposti – con scarsa fortuna – ai suoi predecessori e con i quali “abbiamo fatto dire trentatré all’eterna ammalata (l’Amministrazione penitenziaria).

         La UILPA Polizia Penitenziaria, peraltro, ha già da molto tempo fatta la diagnosi e prescritta la terapia e auspica che il governo in carica voglia fare in modo che possa essere somministrata, soprattutto attraverso necessari investimenti economici e indispensabili riforme programmatico-organizzative.

         Nel poco tempo in cui è stato necessario circoscrivere l’intervento, la UILPA PP ha dunque ripercorso i principali punti indicati nel documento del 9 marzo u.s. (leggilo qui), chiedendo anche l’immediata apertura di tavoli di confronto permanente con canali tematici e a scadenza sui principali di essi.

         Fra le tante, la UILPA PP si è soffermata sulle seguenti esigenze prioritarie:

  • Reingegnerizzare l’architettura del Corpo di polizia penitenziaria;
  • Aggiornare il Regolamento d’organizzazione del Ministero della Giustizia con il recepimento delle dirigenze generali del Corpo e i conseguenti decreti ministeriali di natura non regolamentare per l’individuazione dei posti di funzione;
  • Sviluppare il proposito di addivenire a una dirigenza unica per l’Amministrazione penitenziaria anche per superare il problema della dipendenza gerarchica del dirigente di Polizia penitenziaria dal direttore dell’istituto penitenziario, nonché le diverse incongruenze e disfunzionalità nella “linea di comando”;
  • Garantire la presenza del Direttore (che devono “tornare con i piedi per terra”) in ogni sede penitenziaria e di un Comandante, con idonea qualifica, in ogni Reparto del Corpo di polizia penitenziaria, nonché di un Dirigente generale in ogni PRAP;
  • Aggiornare il Regolamento di Servizio del Corpo di polizia penitenziaria, pure per dare efficacia ai poteri di organizzazione dell’Area della sicurezza propri del Comandante del Reparto;
  • Ampliare le dotazioni organiche del Corpo di polizia penitenziaria secondo il fabbisogno già quantificato, redistribuirle e alimentarle;
  • Riformare il modello custodiale (sulla materia, la UILPA PP ha già fornito articolate osservazioni scritte);
  • Risolvere la problematica afferente alla gestione dei detenuti affetti da patologie psichiatriche;
  • Efficientare il servizio sanitario “penitenziario”;
  • Definire protocolli d’intervento operativo in occasione di rivolte, sommosse, disordini e altri eventi potenzialmente turbativi dell’ordine, della sicurezza o, comunque, del regolare svolgimento dei servizi demandati alla Polizia penitenziaria;
  • Prevenire le aggressioni agli operatori, anche mediante l’introduzione nell’ordinamento di una specifica ipotesi di reato o di un’aggravante, almeno al pari di quanto realizzato a tutela dei pubblici ufficiali impiegati in servizio di ordine pubblico in occasione di manifestazioni sportive e per altre categorie di lavoratori;
  • Assicurare la costituzione di parte civile del Ministero della Giustizia nei procedimenti a carico di coloro che aggrediscano gli operatori;
  • Fornire e integrare gli equipaggiamenti e le dotazioni;
  • Garantire non solo body-cam e videosorveglianza, ma anche intelligenza artificiale utile ad allertare gli operatori in caso di anomalie;
  • Disciplinare le modalità d’impiego degli strumenti di video-sorveglianza al fine di garantire che non vengano utilizzati per il controllo a distanza degli operatori;
  • Favorire la trasparenza (pubblicare almeno mensilmente sul sito web istituzionale, nella sezione delle statistiche, i dati sugli eventi critici, fra cui le aggressioni agli operatori; consentire la diffusione delle immagini dei luoghi di lavoro legittimamente riprese, nel rispetto di privacy e sicurezza; favorire compiutamente l’accesso civico; etc.);
  • Ampliare il numero delle scuole di formazione e riformare i programmi didattici.

 

Il Sottosegretario ha manifestato ampia disponibilità al confronto e rispetto alla volontà di affrontare le diverse difficoltà che attanagliano il Corpo di polizia penitenziaria e l’Amministrazione tutta.

         In particolare, sono state fornite rassicurazioni circa l’imminente redistribuzione delle dotazioni organiche territoriali con la ripartizione delle 1.620 unità aggiuntive che derivano da diverse norme che sono state promulgate successivamente al DM del 2017, sulla revisione dei protocolli d’intervento operativo e i piani d’emergenza regionali, sulla costituzione dei gruppi d’intervento rapido, sulla distribuzione di oltre 60mila uniformi, sullo studio di equipaggiamenti in grado anche di arginare le aggressioni, sulla revisione del modello custodiale e altro ancora.

            Soprattutto, l’On. Delmastro delle Vedove, si è impegnato a incontrare bimestralmente le Organizzazioni Sindacali e a fornire, già nella prossima riunione fra due mesi, le prime risposte alle questioni oggi poste anche con l’indicazione dei tempi di realizzazione.

 

            Ancora una volta, dunque, si può esprimere soddisfazione per le dichiarazioni d’intenti del Sottosegretario delegato, nell’attesa che, tuttavia, si traducano in realtà prima che il disastro complessivo dell’attuale sistema penitenziario conduca a ulteriori gravi conseguenze, probabilmente anche peggiori di quelle che si registrano da troppo tempo e che vedono gli appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria incastrati fra l’incudine dei detenuti e il martello delle ripercussioni che si abbattono su ciascuno di loro quale diretta conseguenza disfacimento strutturale e organizzativo delle carceri.

 

La registrazione audio dell’intervento UIL è disponibile online.

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