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Roma, 11 mar“Il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria ha negato i dati numerici, anonimi e aggregati, relativi agli eventi critici occorsi negli istituti penitenziari nell’anno 2021 e specificatamente richiesti dalla UILPA Polizia Penitenziaria mediante procedura di accesso civico. Per il DAP, il numero delle aggressioni da detenuti alla Polizia penitenziaria, dei ritrovamenti di sostanze stupefacenti, telefoni cellulari, armi e altri oggetti non consentiti, dell’incursione di droni, delle risse, dei tentati suicidi, degli atti di autolesionismo, etc., avvenuti nelle carceri non possono essere diffusi per motivi di sicurezza pubblica e ordine pubblico, in quanto ‘talvolta, gravissime criticità, [potrebbero] favorire, ‘sfuggendo [dunque] all’esclusivo controllo dipartimentale, nuove situazioni di disordine collettivo all’interno delle carceri, già segnate nell’ultimo biennio, da una stagione di rivolte’, si legge nella nota pervenutaci“.

Lo denuncia Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria.

 “Ovviamente siamo basiti dalla determinazione del DAP, nella quale, ci auguriamo solo per errore, si afferma pure che mai in passato tali dati sono stati esibiti alle Organizzazioni Sindacali, dimenticando che invece fino a qualche anno fa venivano rilasciati sistematicamente. Per di più, il solo fatto di negarli, con le suddette motivazioni, sembra deporre in direzione di numeri allarmanti che certificherebbero, in maniera aritmetica, un sistema colabrodo, peraltro riscontrabile da molti altri indizi sintomatici”, prosegue il Segretario della UILPA PP.

“Saremmo pure curiosi di sapere cosa ne pensa in proposito la Ministra della Giustizia, Marta Cartabia, alla quale piace citare spesso Calamandrei sostenendo che ‘per comprendere il carcere bisogna aver visto’, quando evidentemente per il DAP vige il principio del nascondere e occultare. Certamente non ci arrenderemo e continueremo a batterci per ottenere dalla prima all’ultima delle informazioni che abbiamo chiesto e che ogni cittadino, come noi, ha diritto di conoscere. Sarà la prima istanza che rivolgeremo al neo Capo del DAP, Carlo Renoldi, non appena si sarà insediato, evidenziando che ‘carcere dei diritti’ deve significare anche diritto alla trasparenza e all’informazione contro ogni forma di oscurantismo”, conclude.

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