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In data 6 aprile u.s., unitamente ad una delegazione della UIL PA Polizia Penitenziaria, ho avuto modo di far visita alla Casa di Reclusione di Bollate, ai sensi dell’art. 5 comma 6 dell’ANQ, al fine di verificare lo stato dei luoghi e le condizioni di lavoro del personale, durante la quale sono state acquisite anche immagini fotografiche, a seguito di apposita autorizzazione rilasciata dal DAP (GDAP 115580 DEL 05.04.2016).
Su delega del Direttore, la delegazione è stata ricevuta ed accompagnata dal Funzionario Vice Comandante del Reparto, in un clima di assoluta cordialità, professionalità e trasparenza.
L’Istituto nel suo complesso si conferma di essere ancora un “fiore all’occhiello” del sistema penitenziario Italiano, nonostante il trascorrere degli anni (inaugurato nel 2000) e le difficoltà di manutenzione strutturale. Una valutazione positiva sia per la grande valorizzazione degli aspetti trattamentali nell’esecuzione penale, che fanno di Bollate un istituto “modello” per gli altri, sia per ciò che concerne la complessiva tenuta dei luoghi e degli ambienti, fatte salve alcune eccezioni cui si farà riferimento in seguito.
Seguendo un ordine logico, la prima rilevazione è stata fatta al Block House, il cui personale in servizio ha un carico di lavoro eccessivo e tenuto conto della delicatezza delle funzioni, probabilmente dovrebbe essere integrata di adeguate strumentazioni tecnologiche che consentano un controllo degli accessi/uscite anche per mezzo di letture elettroniche. Infatti, l’utilizzo dei vecchi registri, cui si annota tutto, non solo distoglie dal controllo visivo, ma rappresenta la nota stonata del carcere moderno. Oltretutto, la distanza della postazione dal passo carraio, rende difficile il controllo dei mezzi in transito e i rischi sono elevati. Ciò anche tenuto conto che, proprio per le caratteristiche dell’Istituto (trattamento avanzato e grande apertura al territorio), il transito dei mezzi e gli accessi pedonali delle diverse figure professionali raggiungono le centinaia al giorno. Cifre a cui si aggiungono anche i detenuti semiliberi e ammessi al lavoro esterno ex art.21 O.P. (circa 230).
La Portineria è un luogo ampio e salubre, in cui il personale si muove con una certa comodità. Tuttavia appare assurdo, anche in considerazione dei diversi episodi di evasione, che da anni una porta carraia (quella all’interno del muro di cinta) è costantemente aperta, in quanto bloccata per guasto al meccanismo di chiusura.
La postazione di ingresso istituto, probabilmente, è il peggior posto di servizio dell’intera struttura. L’Agente di Polizia Penitenziaria ivi in servizio è costretto ad operare per tutto il turno con un costante andirivieni per l’apertura dei diversi cancelli di propria competenza. Il cancello principale di ingresso al corridoio di accesso ai reparti è privo di automatismo da diversi anni per guasto e sfuggono le ragioni del mancato ripristino. L’auspicio è che venga valorizzato il box di ingresso e che il personale venga messo nelle condizioni di operare con una maggiore serenità, senza arrivare a fine turno con livelli di stress eccessivi. L’automatismo previsto, forse mal progettato, deve far parte delle priorità degli interventi dell’Amministrazione.
Particolare stupore ha destato la dotazione del muro di cinta, in cui si annoverano diverse telecamere fuori uso e qualche faro luce letteralmente abbattuto. Se si considera che la particolare tipologia dell’istituto non prevede il servizio di vigilanza esterna, tali deficit non dovrebbero essere trascurati. Da non trascurare neanche l’effetto che tale scenario ha sull’opinione pubblica, posto che si tratta di zone visibili ai passanti e agli operai in servizio al cantiere.
La postazione del Box Agenti del cantiere è piuttosto infelice e poco funzionale, in quanto troppo distante dalla porta di passaggio dei mezzi e degli operai. Tale collocazione, il verde poco curato nella zona adiacente e gli accumuli di terra rendono il servizio di vigilanza estremamente delicato e i pericoli si toccano con mano. Sarà un caso che il detenuto responsabile della recente evasione abbia scelto proprio quella zona per sfuggire ai controlli?
L’auspicio è che venga potenziata la vigilanza di quell’area e ne sia migliorata la condizione logistica.
All’interno l’istituto si mantiene in ottimo stato conservativo. Gli ambienti comuni, i lunghi corridoi e gli atri/rotonde si presentano accoglienti. Anche le aree detentive, un po’ di tutti i reparti, rispettano gli standard in materia di igiene e salubrità. In materia di sicurezza si è rilevato che in alcuni casi le porte di uscita sono prive di maniglione antipanico e che non tutte le scale sono dotate di bande antiscivolo. Così come il guasto di alcuni automatismi (es. 7° reparto), pur essendo necessari, non viene risolto.
Non certamente all’altezza della struttura la progettazione e dotazione del box cortili passeggi 7° reparto. L’agente non ha la visuale diretta per il controllo dei detenuti, in quanto la postazione è distante e rende impossibile la vigilanza simultanea dei cortili. Anche in questo caso è utile segnalare la delicatezza e la vulnerabilità del servizio, peraltro privo anche di adeguata integrazione tecnologica. Il sistema di telecamere presenti appare insufficiente e poco efficiente, se rapportato al numero di detenuti che quotidianamente possono fruire dell’ “ora d’aria”. A tal riguardo, prendendo atto delle oggettive difficoltà, andrebbero rivisti gli ordini di servizio nell’ottica di deresponsabilizzare il personale.
Per ciò che concerne gli Uffici si può affermare una buona vivibilità dei luoghi di lavoro: sono salubri, areati, illuminati e sufficientemente arredati. Fa eccezione l’Area Matricola in cui si registrano gravi infiltrazioni di acqua piovana e umidità diffuse che chiaramente stonano rispetto agli altri locali. Con i necessari stanziamenti, le soluzioni sembrano essere quelle di ripristino del tetto, problematico fin dalla costruzione.
Il Reparto Colloqui è adeguatamente attrezzato, ma andrebbe rivista l’Area Verde, la cui postazione dell’agente in servizio appare carente, sotto tutti i punti di vista. Trattasi di una panchina posta sotto un pergolato, a distanza eccessiva dalle aree in cui i detenuti fruiscono di colloquio con i parenti. Andrebbe integrato il personale e installate postazioni all’interno dell’area adeguatamente riparate e climatizzate. Anche il passaggio di accesso, unico per tutti (detenuti e parenti), è un aspetto da attenzionare con priorità.
Sugli aspetti organizzativi e gestionali si fa riferimento alle rilevazioni effettuate ed alle segnalazioni ricevute dal personale.
La gestione e sorveglianza dell’utenza è caratterizzata dalla Vigilanza Dinamica e Bollate è davvero l’esempio, se non addirittura il precursore, dell’alta professionalità con cui il personale affronta i nuovi modelli di vigilanza. Personale a cui va tutto il nostro apprezzamento.
Diverse sono le attività trattamentali presenti: area industriale, scuola alberghiera, falegnameria, il vivaio, teatro, ecc.; così come tante sono le opportunità formative: alfabetizzazione, scuola secondaria e polo universitario. Attività numerose che rendono l’idea sulla movimentazione costante che vi è all’interno della struttura, come se fosse una piccola città. E’ evidente come in tale ambito si possano registrare anche punti di insofferenza sui carichi di lavoro per il personale (es. 3° reparto). Ciononostante, la “logica Bollate” è ormai insita in ciascun operatore e grazie al contributo di ogni singola professionalità, la complessa “macchina” va avanti verso il mantenimento degli standard più volte riconosciuti.
L’organizzazione del lavoro e la gestione del personale non presenta particolari problematiche, anche se si è ancora in attesa di alcuni dati richiesti durante la visita. Il personale non sembra aver problemi sulla fruizione dei diritti, i piani ferie sono risultanze di percorsi condivisi con le OO.SS. e il reparto di Bollate vanta la possibilità di poter tenere il 50% del personale in ferie. L’unico aspetto da evidenziare è la gestione degli Ispettori e dei Sovrintendenti. In particolare, la responsabilità delle Unità Operative non sempre è affidata seguendo la linea gerarchica.
Una nota sulle relazioni sindacali è la mancata definizione dell’Accordo Decentrato, i cui lavori sembrano essersi arenati a metà percorso.
Facendo strutturalmente parte della CR Bollate, la delegazione ha effettuato una visita anche presso il Nucleo Operativo Regionale, il Magazzino Vestiario, la Centrale Operativa Regionale, l’Unità Cinofila e l’Officina Regionale. Settori in cui, tenuto conto dell’autorizzazione dipartimentale, la delegazione sindacale si è limitata alla sola analisi degli ambienti e aspetti strutturali e dotazionali, astenendosi di acquisire informazioni circa la gestione del servizio o l’organizzazione del lavoro, in quanto trattasi di settori la cui dipendenza funzionale è in capo al Provveditorato Regionale.
Se per ciò che concerne il N.O.R., il Magazzino Vestiario e la C.O.R. non si sono registrate particolari criticità, questo non può affermarsi per l’Unità Cinofila e per l’Officina Regionale, per cui si è sentito il dovere di documentare anche con materiale fotografico.
Il personale appartenente all’Unità Cinofila utilizza un locale in funzione d’ufficio che appare adeguatamente attrezzato e salubre. Forti criticità si sono rilevate sulla collocazione del canile, infelice rispetto alla postazione del personale. Ed anche gli stessi prefabbricati posti in prossimità degli animali non consentono adeguata permanenza degli addetti, in quanto privi delle minime dotazioni e di climatizzazione. Anche l’area antistante le gabbie risulta invivibile per problematiche all’impianto fognario.
L’Officina Regionale che dovrebbe essere motivo di vanto, per le condivise ragioni per cui è stata istituita, in realtà ha molto deluso. Intanto, appare opportuno segnalare che, per ragioni ignote, la visita non è stata consentita in tutti i locali. Si è visitata l’officina principale e l’ufficio del preposto, posto ad un piano rialzato all’interno della stessa. Non si sono assunte informazioni circa l’adeguatezza degli impianti di climatizzazione e di areazione, in quanto il personale è stato poco collaborante, così come non si è potuta constatare l’esistenza di procedura di smaltimento dei materiali tossici (olio, acidi ecc.). L’unica cosa che è emersa, perché chiaramente visibile, è l’accatastamento di materiali di ogni specie (anche tossici) nella zona antistante l’officina.
Nel complesso il bilancio della visita presso la CR di Bollate è piuttosto positivo e le rare eccezioni riscontrate non hanno certamente soluzioni impossibili. In alcuni casi, basterebbero solamente specifiche volontà e dedizione, per altri, i più onerosi, potrebbero essere veicolati i fondi della cassa delle ammende, seguendo le indicazioni del Capo del Dipartimento, di cui alle recenti circolari in materia.
A ciascuno delle Autorità in indirizzo per le valutazioni e/o interventi di rispettiva competenza.
Al V.I.S.A.G., in particolare, si chiede la possibilità di effettuare un sopralluogo presso il Canile e l’Officina Regionale.

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