Nei giorni 10 ed 11 dicembre c.m., delegazioni della Segreteria Nazionale e Regionale Sardegna della UILPA Penitenziari, guidate dallo scrivente, hanno condotto brevi visite, nell’ordine, presso i luoghi di lavoro destinati alla Polizia penitenziaria degli istituti penitenziari di Alghero, Sassari, Tempio Pausania e Cagliari (in realtà a Sassari non è stato possibile accedere all’istituto per i motivi che si indicheranno di seguito).
Presso la Casa di Reclusione di Alghero, assente per come preventivamente comunicato il Direttore, le delegazioni sindacali sono state cordialmente accolte ed accompagnate dal Comandante del Reparto.
La struttura seppur datata, si presenta in buono stato, pulita e sufficientemente manutenuta. Il modello organizzativo è basato su, concreti, modelli di vigilanza dinamica che consentono di far fronte alle difficoltà gestionali derivanti dall’esiguità dell’organico e di elevare a più proprie competenze il lavoro svolto dalla Polizia penitenziaria. Prova ne sia la circostanza che, in controtendenza con quanto si registra pressoché nella generalità dei penitenziari nazionali, si ha difficoltà a reperire operatori disponibili a prestare servizio negli uffici.
Il problema vero della Casa di Reclusione di Alghero sembra invece risiedere nel suo sottoutilizzo per via dell’attuazione del principio di territorializzazione dell’esecuzione penale connesso con le caratteristiche, per posizione giuridica, fine pena e pericolosità dell’utenza che può esservi destinata.
Alla Casa Circondariale di Sassari, non è stato possibile effettuare la visita e neanche intrattenersi. Difatti, nonostante fosse stata annunciata per tempo la visita, alla delegazione presentatasi in portineria veniva comunicato dall’operatore ivi presente che il Direttore era impegnato per ragioni di servizio. Causa indisponibilità della mensa non è stato possibile nemmeno intrattenersi per la consumazione del pranzo.
Non è rimasto altro che rinviare la visita ad una prossima e, ci auguriamo, più proficua occasione.
Da Sassari, le delegazioni si sono portate presso la Casa di Reclusione di Tempio Pausania. Lì sono state accolte ed accompagnate con grande cortesia ed affabilità dal Direttore e dal Comandante del Reparto F.F.
L’edificio, di recentissima apertura, si presenta alla vista in buone condizioni strutturali ed in ottimo stato di igiene e pulizie. Tuttavia, si è appreso che le condutture idriche rilasciano metalli pesanti e/o altre sostanze che rendono l’acqua inutilizzabile a scopi alimentari. Sebbene la Dott.ssa Ciavarella abbia reso edotti i visitatori circa le procedure che dovrebbero consentire un rifacimento dell’impianto, rimangono gli interrogativi in ordine a come ciò sia stato possibile in una struttura di recentissima edificazione e sulle consequenziali responsabilità.
Da punto di vista organizzativo, invece, nonostante il penitenziario sia destinato a detenuti dei circuiti ad Alta Sicurezza e registri un sovraffollamento pari a circa il 10% in più dei posti disponibili, un po’ per la lungimirante e pregevolmente ambiziosa vision del Direttore, ma anche perché “occorre far di necessità virtù”, pure a Tempio la sorveglianza è sapientemente organizzata sul modello dinamico.
Fatta questa premessa, la Casa di Reclusione di Tempio P. merita alcune considerazioni ulteriori.
Visto il tipo di struttura, la dislocazione ed il contesto urbano in cui è inserita (trattasi di piccola ed isolata frazione) e nel quale sarebbe anche agevole notare ed individuare presenze estranee alla comunità autoctona, ben la si potrebbe destinare ad ospitare detenuti sottoposti al regime di cui all’art. 41bis o.p., abbandonando il progetto di Cagliari che appare ormai lungo da compiersi, oneroso e, per i motivi anzidetti, meno funzionale allo scopo.
A prescindere dalla destinazione d’uso, in ogni caso, il penitenziario non può continuare ad essere – come appare – abbandonato a sé stesso ed al sacrificio di chi vi opera. Al netto dell’impegno e delle capacità degli operatori tutti, si stenta a credere che un carcere di quelle dimensioni (183 detenuti presenti), interamente destinato a circuito detentivo “AS3”, non abbia la garanzia di un Direttore stabilmente presente (il Direttore regge anche la CR di Nuoro), che il Comando di Reparto sia di fatto affidato ad un Vice Ispettore di recentissima assunzione e che gli appartenenti alla Polizia penitenziaria assegnati siano solo 95 a fronte di un organico previsto complessivamente pari a 137 unità.
Presso la Casa Circondariale di Cagliari, invece, la UILPA Penitenziari ha riunito il Consiglio Regionale sardo ed ha anche effettuato una velocissima visita alla struttura.
Le delegazioni sono state attese, anche qui con grande cordialità, dal Direttore e dal Comandante del Reparto. Sebbene il Direttore si sia dovuto successivamente allontanare per gravi motivi familiari, l’occasione è stata propizia anche per spiegare le rispettive posizioni su alcune tematiche che hanno recentemente surriscaldato il clima delle relazioni sindacali, permettendo anche di avvicinarle in qualche caso. Si attende dunque riscontro rispetto a quanto preannunciato.
Riteniamo invece di non doverci soffermare sulle condizioni strutturali ed organizzative che sono state già aggetto di molteplici segnalazioni anche in occasione di analoghe e recenti visite e che si ripropongono integralmente, pur non mancando di rappresentare di aver colto alcuni segnali positivi proprio sul piano dell’organizzazione.
In conclusione, all’esito del pur breve tour, si può dire senza tema di smentita che alle difficoltà ed alle complessità del sistema penitenziario – specialmente come quello sardo – non giovano precarietà ed indeterminatezze gestionali fatte di assegnazioni provvisorie e spesso part-time che caratterizzano il Provveditorato regionale come molte Direzioni e Comandi di reparto.
Si richiedono pertanto alle SS.LL. gli urgentissimi e tangibili interventi di rispettiva competenza finalizzati a determinare l’assegnazione di un Provveditore regionale titolare ed in pianta stabile, così come un Direttore ed un Comandante di reparto appartenente ai ruoli Direttivi a tempo pieno in ciascuna sede penitenziaria. Si richiedono inoltre urgenti misure a favore degli organici complessivi ed, in particolar modo, della CR di Tempio Pausania.
Nell’attesa di riscontro, molti cordiali saluti.
Nostra nota: 8158