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Gentile Presidente,

con il DPCM citato in oggetto, e il conseguente decreto del Ministro della Salute del successivo 4 novembre 2020, com’è noto, al fine di contenere l’ulteriore diffondersi della pandemia da SARS-CoV-2 nel nostro Paese, sono state disposte una serie di misure restrittive delle possibilità di libera circolazione degli individui, graduate in forme e modalità diverse secondo la suddivisione del territorio nazionale, in base all’andamento del contagio, in tre diverse zone, denominate gialle, arancioni o rosse.

Come può evincersi anche dalle risposte alle domande frequenti (FAQ) presenti sul sito web istituzionale del Governo (http://www.governo.it/it/articolo/domande-frequenti-sulle-misure-adottate-dal-governo/15638), quale diretta conseguenza delle limitazioni degli spostamenti, nelle zone rosse non sono mai consentiti i colloqui dei detenuti con i rispettivi congiunti in presenza, nelle zone arancioni sono permessi solo nei casi in cui prevedano spostamenti (dei congiunti dei detenuti ammessi al colloquio) esclusivamente all’interno dei confini comunali e nelle zone gialle sono possibili solo nei casi nei quali implichino spostamenti nell’ambito delle medesime.

Atteso che ci risulta che allo stato si autorizzino colloqui in presenza persino nelle zone rosse e considerati i rischi che da ciò potrebbero derivare per l’ulteriore diffusione della pandemia da nuovo Coronavirus fra i detenuti, gli operatori e, in generale, la collettività, si prega la S.V. di voler cortesemente disporre affinché vengano diramate urgenti e necessarie direttive a riguardo.

Nell’attesa di un cortese cenno di riscontro, molti cordiali.

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