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Scarica qui la nostra nota 9561 - Facendo seguito a precorsa corrispondenza e con riferimento alle note n. m_dg.GDAP.03/04/2020.0111693.U e n. m_dg.DGMC.03/04/2020.0018537.U delle SS.LL., preliminarmente si conferma l’indisponibilità al confronto per il mantenimento dello stato d’agitazione proclamato congiuntamente ad altre OO.SS.

Parimenti, va in premessa dato atto alle SS.LL. dell’aver offerto informazioni preventive di maggior trasparenza rispetto al passato e che segnano, soprattutto per quanto concerne il DAP (al DGMC si erano già registrate minori difficoltà), un’inversione di tendenza e consentono di ricavare un quadro complessivo più dettagliato della materia in esame.

Nel merito, tuttavia si reputano le ipotesi di cui alle note precitate, specialmente quella della DGPR del DAP, lacunose, disomogenee e a tratti contraddittorie per quanto concerne il piano di incrementi organici, mentre sono assolutamente non condivisibili per ciò che attiene alla mobilità e alle assegnazioni dei neo Agenti del 177° corso di formazione.

A riguardo degli incrementi organici, si notano come detto disomogeneità in funzione delle carenze accertate e, per converso, delle incomprensibili assegnazioni soprannumerarie.

Inoltre, il piano di “rinforzo” degli organici delle singole sedi non sembra tenere sufficientemente conto di alcuni fattori contingenti, che incidono fortemente sui carichi e sull’organizzazione del lavoro e sull’operatività dei Reparti, quali, solo per esemplificare, la diversa densità delle presenze detentive rapportata ai posti disponibili (sulla base dei quali sono quantificate le vigenti dotazioni organiche di sede e da cui si evincono, di rimando, le carenze).

Tuttavia, ciò che risulta – come detto – totalmente non condivisibile è il piano d’assegnazione dei neo Agenti del 177° corso di formazione, laddove viene, di fatto, riconosciuta a questi ultimi una priorità di scelta rispetto agli altri appartenenti al ruolo degli Agenti e degli Assistenti già in servizio da tempo e destinati a sedi poco gradite, talvolta da svariati anni, talvolta con vincoli temporali di permanenza.

Per ovviare in gran parte a ciò, sarebbe bastato dare ascolto, recependole, alle proposte che la UILPA Polizia Penitenziaria formula ripetutamente da tempo e che chiedono che coloro che abbiano vincoli temporali di permanenza in sede, vuoi per prima assegnazione vuoi per trasferimento, siano ammessi regolarmente alla partecipazione ai vari interpelli ordinari, ma vengano collocati in coda alle graduatorie (e non espunti da esse). Questo da solo, infatti, sarebbe bastato a risolvere in grandissima parte il problema di cui ora si dibatte.

Allo stato dell’arte, tuttavia, essendo appunto rimaste inascoltate le proposte di questa Organizzazione Sindacale, è del tutto evidente che occorra ricercare soluzioni che contemperino sia gli interessi di coloro che si trovino utilmente collocati nelle graduatorie tuttora vigenti, di fatto e di diritto (interpello anno 2018), e che potrebbero non esserlo più in quelle successive, sia di quanti non essendo stati ascritti, per varie ragioni, a quelle stesse graduatorie possano vantare un diritto sostanziale a raggiungere le sedi loro più congeniali con criteri di priorità rispetto agli ultimi assunti. E ciò non solo in funzione di norme codificate, ma anche con riferimento alle prassi e alle consuetudini da lustri in uso presso il DAP e il DGMC.

Quanto appena detto, si potrebbe conseguire percorrendo varie strade o, magari, alcune di esse parallelamente. Si pensa, solo per fare degli esempi, a un’accelerazione per la compilazione e la definizione, con procedure snelle, delle graduatorie dell’interpello dell’anno 2019 per le sedi in cui vi potrebbe essere l’assegnazione di neo Agenti, ma richieste, in quell’interpello, da operatori già in servizio; così come si potrebbero bandire interpelli straordinari, sempre con procedure rapide e semplificate, per le sedi in cui si prevede che vengano assegnati i predetti neo Agenti o, almeno, fra esse, per quelle tradizionalmente più ambite (prevalentemente presso il centro-sud e le isole maggiori).

Di certo, ciò che si dovrebbe assolutamente scongiurare, e che si richiede alle SS.LL. di evitare, è di incedere con un’azione amministrativa che non tenga tangibilmente conto delle legittime aspettative della generalità degli operatori del Corpo in una materia fortemente sentita e che incide anche sui diritti alla genitorialità, alla famiglia, agli affetti, etc., quale quella della mobilità e che, specie nel grave periodo di emergenza sanitaria in atto – sommata a quella, ancestrale, penitenziaria – sarebbe motivo di ulteriori e pesantissime penalizzazione e frustrazione.

  Nell’attesa di cortesi riscontri, molti cordiali saluti.

        




 

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