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Nota - 9547 - Signor Presidente, quanto avvenuto nelle scorse ore e sta tuttora avvenendo nelle carceri del Paese non ha bisogno di molte descrizioni. Fra detenuti tragicamente deceduti, operatori sequestrati, strutture messe a ferro e fuoco e devastate, senza voler estremizzare una situazione già oltre i limiti che si addicono a un paese civile, sembra di assistere a una sorta di bollettino di guerra.

Peraltro, è di tautologica evidenza che l’emergenza sanitaria dovuta al propagarsi del virus COVID-19 e le misure adottate per contenerlo abbiano fatto emergere solo la punta dell’iceberg di un degrado penitenziario che è molto risalente nel tempo e che non è stato affrontato, dai vari governi, così come si sarebbe dovuto.

Ciò che sta avvenendo in queste ore, in cui si contano, come detto, finora ben sei decessi, poteva e doveva essere evitato; pure perché prevedibile e previsto. Anche chi scrive lo aveva più volte preannunciato, non solo con scritti e comunicati, ma persino personalmente alla S.V. nel corso della riunione tenutasi a Palazzo Chigi il 12 novembre dello scorso anno.

In tutto questo, è risultato persino paradossale, grottesco e irriguardoso un comunicato diffuso ieri sera dal Ministro della Giustizia, anche su canali istituzionali, con il quale si minimizzava quanto stava accadendo e si descriveva la situazione complessiva come in via di risoluzione.

Mentre si leggeva quel comunicato, si contavano i morti a Modena (e negli altri penitenziari dove venivano trasferiti i detenuti provenienti da Modena) e i disordini, le rivolte, proseguivano in gran parte d’Italia.

Francamente, Signor Presidente, si reputa che l’Italia, la giustizia italiana, il Corpo di polizia penitenziaria, i detenuti, non meritino tutto ciò.

Anche in queste ore, sappiamo di disordini in atto e ci giunge notizia di possibili nuove proteste da parte di detenuti che potrebbero innescarsi nel corso della giornata.

Addirittura, mentre si redige questa missiva, fonti non ancora verificate ci raccontano di un’evasione di massa che si starebbe perpetrando a Foggia.  

Pare lampante, dunque, che la gestione complessiva delle carceri sia stata colpevolmente sottovalutata, affrontata inefficacemente e che sia definitivamente sfuggita di mano.  

Per tali ragioni, e senza indugiare eccessivamente in altre descrizioni che risulterebbero allo stato superflue, si fa appello alla S.V. affinché la gestione penitenziaria sia pro-tempore assunta in carico direttamente dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e si richiede, nel contempo, la convocazione urgente delle Organizzazioni Sindacali rappresentative di comparto per una rapida illustrazione delle primarie esigenze.

Nell’attesa di un cortese cenno di riscontro, molti cordiali saluti.

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