Nota n. 8832 - On. Sottosegretario, come avevamo avuto modo di evidenziare anche durante il percorso parlamentare di conversione in legge del d.l. n. 113/2018, meglio noto come “decreto sicurezza”, la novella introdotta in Senato della Repubblica, definitivamente approvata nella serata di ieri dalla Camera dei Deputati e trasfusa nell’art. 1, comma 3, del testo finale, comporta gravi rischi per gli organici e, dunque, l’operatività e la funzionalità del Corpo di Polizia Penitenziaria.
Tale previsione legislativa, difatti, oltre ad aver rinnovato (con il 2° comma) la delega al Governo per le integrazioni e i correttivi alle recenti disposizioni in materia di revisione dei ruoli delle Forze di polizia già accordata dalla c.d. “legge Madia”, ha ereditato da quest’ultima anche la previsione della cristallizzazione degli organici sulla base della consistenza effettiva, fissandone la rideterminazione al 1° gennaio 2019. Ciò, sebbene faccia salve le facoltà assunzionali già autorizzate a normativa vigente e non ancora esercitate alla medesima data e pur tenendo conto delle previsioni ancora in fieri in materia, comprese quelle di cui al disegno di legge di bilancio per l’anno 2019, soprattutto a causa degli atavici e proverbiali ritardi dell’Amministrazione penitenziaria rischia di determinare un taglio agli organici del Corpo che, secondo i nostri calcoli più ottimistici, potrebbe attestarsi attorno alle 1.400 unità (ma potrebbe persino sfiorare le 2.000).
Appare pertanto necessario e urgente un chiarimento tecnico che, contemplando gli organici attuali, il trend di cessazioni, il turn-over e il piano quinquennale (fino al 2023) di assunzioni previsto e prevedibile possa “certificare” preventivamente l’organico della Polizia penitenziaria alla predetta data del 1° gennaio 2019.
Se i nostri calcoli dovessero rivelarsi esatti – e mai come questa volta saremmo ben felici di essere smentiti – a decreto sicurezza ormai convertito, sarebbe assolutamente necessario intervenire sul disegno di legge di bilancio con un apposito emendamento affinché vengano ivi previste almeno un pari numero di assunzioni aggiuntive, seppur distribuite su più anni, al fine – quantomeno – di neutralizzare l’effetto negativo del dettato normativo sopra cennato.
Non sfuggirà difatti alla S.V. On.le che, dopo il taglio di ben 3.919 unità già operato in conseguenza della legge Madia, un ulteriore contrazione dell’organico del Corpo di polizia penitenziaria, a dispetto della messa in funzione di nuovi reparti e istituti detentivi già avvenuta e ulteriormente programmata dall’attuale Esecutivo, ne metterebbe in ginocchio l’operatività e, con essa, sarebbe fortemente compromessa la tenuta di un importante pezzo, forse il principale, del sistema sicurezza del Paese.
Si prega pertanto la S.V. On.le di volersi adoperare per quanto di competenza nel senso sopra auspicato.
Nell’attesa di un cortese riscontro, molti cordiali saluti.