Nota 8773 - Egr Presidente Con nota n.1009 del 10 u.s. dalla Regione Campania hanno posto alla Sua attenzione la situazione di criticità che tormenta l’istituto indicato in oggetto, per una serie di ragioni che evidentemente rifuggono razionalizzazione e logica.
A fronte di una previsione organica complessiva di 165 unità l’attuale organizzazione del lavoro prevede nell’arco delle 24 h la copertura di n.140 turni, tutti di 8 ore invece delle 6 previste dal CCNL e con l’accorpamento di più servizi sulla medesima unità di Polizia Penitenziaria, anche su piani detentivi diversi.
L’organico assegnato è più o meno in linea con le previsioni contenute nel relativo PCD anche se sconta l’assenza di un cospicuo numero di unità a disposizione della competente CMO, mentre il lavoro straordinario disposto viene retribuito parzialmente con un accumulo (illegittimo) che non è dato sapere se e quando verrà retribuito dato che al PRAP di Napoli pare non abbiano risorse sufficienti da stanziare.
E’ del tutto evidente, quindi, che le valutazioni che ne possono conseguire sono soltanto due, vale a dire o l’allora Capo del DAP ha firmato un PCD inadeguato rispetto alle esigenze dell’istituto o il Direttore del carcere realizza un organizzazione del lavoro incompatibile con le risorse umane ed economiche disponibili. In ogni caso chi ne paga le conseguenze è il personale di Polizia Penitenziaria in servizio ad Ariano Irpino.
L’istituto tra l’altro registra una serie di eventi critici preoccupanti per la sicurezza dell’istituto ma soprattutto per l’incolumità fisica dei colleghi. Ultimo in ordine di tempo quello che si è realizzato ieri pomeriggio dove un detenuto con problemi psichiatrici ha praticamente distrutto l’ufficio del Comandante di Reparto sfasciando arredi e strumenti di lavoro.
Lo stesso detenuto che aveva già creato problemi di gestione in altri istituti e che pochi giorni fa aveva anche aggredito il medico psichiatra durante un colloquio.
Premesso che da sempre la UIL ha dichiarato il proprio dissenso circa la chiusura degli OPG e che le cronache penitenziarie dimostrano, appunto, che la gestione di soggetti del genere destabilizza equilibri già precari di loro, ciò che stupisce è il fatto che il protagonista di questa brutta vicenda è stato assegnato in un istituto in cui non c’è un reparto detentivo specifico, non c’è un Dirigente Sanitario, i medici vengono fatti stranamente ruotare ogni mese e dove non si può nemmeno contare sulla presenza quotidiana di un presidio psichiatrico da parte della competente azienda sanitaria.
In generale l’area sanitaria registra tutta una serie di carenze e di inefficienze che chiaramente si ripercuotono sulla popolazione detenuta e di conseguenza diventa la causa di numerose rimostranze.
Siamo consapevoli del fatto che la Polizia Penitenziaria nell’ambito della propria attività quotidiana deve essere come un camaleonte e cambiare pelle a seconda della situazione: un po’ educatore, assistente sociale, infermiere, prete, ragioniere, segretario, ecc….. ma siamo altrettanto coscienti che lasciare soggetti psichiatrici senza adeguate garanzie sanitarie equivale ad essere responsabili di tutti gli eventi critici che ne conseguono.
Ad Ariano Irpino ancora una volta fortunatamente, dopo la rivolta del 13 giugno 2018, la situazione è stata ricondotta alla normalità pagando un prezzo solo in termini di beni materiali, ma confidare sul fatto che le cose alla fine vanno sempre a finire bene è come darsi al gioco d’azzardo e questo un amministrazione pubblica riteniamo non possa e non debba permetterselo.
Per queste ragioni e per quelle contenute nella nota indicata in premessa, che ad ogni buon fine si allega in copia, l’auspicio è quello che la S.V. voglia disporre prima l’urgente verifica delle situazioni denunciate e dopo l’assunzione di adeguati provvedimenti che consentano da una parte una situazione di normalità nella popolazione detenuta e dall’altra la realizzazione di un organizzazione dell’istituto e del lavoro che tenga conto dei diritti del personale e dell’esigenza di garantire la loro sicurezza e incolumità.
Nell’attesa di cortese urgente riscontro porgo distinti saluti.
Angelo Urso