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Nostra nota: 8746 - Operatori del Corpo di polizia penitenziaria - Accertamento della dipendenza dell’infermità da causa di servizio in occasione di lesioni traumatiche da causa violenta.  Compilazione c.d. “Modello C”.

Già con nota n. 8364 del 2 dicembre 2016, reiterata con missiva n. 8502 del 12 maggio 2017 (si allegano entrambe), questa Organizzazione Sindacale aveva richiesto alla S.V. l’adozione di opportune misure di competenza affinché venissero impartite urgenti, dettagliate e chiare direttive finalizzate a rendere compiutamente effettiva, nei confronti degli operatori del Corpo, la novella introdotta nell’art. 1880, D.Lgs. n. 66/2010, dall’art. 13, comma 1, lettera b), D.Lgs. n. 8/2014.

Con tale modifica normativa, difatti, è stato previsto che, nei casi di eventi traumatici da causa violenta occorsi in attività di servizio e/o addestrative a personale militare o appartenente alle Forze di Polizia, il giudizio sulla dipendenza da causa di servizio possa essere espresso sulla base di accertamenti effettuati entro due giorni dal sinistro da un'autorità sanitaria militare o da struttura pubblica del Servizio sanitario nazionale anche quando non abbiano determinato inizialmente il ricovero.

La corrispondenza sopracitata, tuttavia, come peraltro sovente accade, non è stata degnata di alcun riscontro, né pare siano stati forniti indirizzi alle articolazioni territoriali del DAP, tanto che in periferia si registrano trattamenti disomogenei, quando non del tutto antitetici, con spiacevoli ripercussioni a carico dei malcapitati operatori del Corpo interessati.

Il dilagare dei fenomeni di aggressione a opera di detenuti nei confronti della Polizia penitenziaria, cui l’Amministrazione non pare abbia la capacità e, talvolta, neppure la sensibilità di porre tangibilmente freno, unito a vere e proprie storture che spesso si registrano nel trattare, sotto il profilo medico legale, le lesioni traumatiche di cui rimangono vittima gli operatori, crea un deleterio mix che da un lato danneggia ulteriormente, sotto il profilo burocratico e “risarcitorio”, gli appartenenti al Corpo, dall’altro alimenta la sensazione (molto prossima a una consapevolezza) di un’Amministrazione distante e insensibile alle vicissitudini di coloro che, con diuturno sacrificio, quasi in esclusiva – quantomeno in ragione delle proporzioni numeriche – reggono il sistema.

Pertanto, pure tenendo conto delle disposizioni impartite dallo Stato Maggiore della Difesa, Ispettorato Generale della Sanità Militare, con nota M_D SSMD REG2016 0105523 del 25 luglio 2016, si sollecita nuovamente la S.V. a intervenire per quanto di competenze al fine di determinare uniformità d’indirizzo e scrupoloso adempimento alla disciplina di cui si discute da parte degli Uffici periferici e, in particolare, delle direzioni degli Istituti penitenziari.

Nell’attesa, distinti saluti.

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