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Nota n°8163 dell'8.1.16 Ufficio di Gabinetto del Ministro della Giustizia e, p.c. Pres. Santi Consolo Capo del DAP - R O M A

Oggetto: Schema di decreto del Ministro della Giustizia concernente l’individuazione presso il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria degli uffici di livello dirigenziale non generale, la definizione dei relativi compiti e l’organizzazione delle articolazioni dirigenziali territoriali ai sensi dell’articolo 16, commi 1 e 2, del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 15 giugno 2015, n. 84, nonché l’individuazione dei posti di funzione da conferire nell’ambito degli uffici centrali e periferici dell’amministrazione penitenziaria ai sensi dell’art. 9 del decreto legislativo 15 febbraio 2006, n. 63.

Con riferimento allo schema di decreto del Ministro della Giustizia di cui in oggetto, trasmessoci con nota n. 0048217.U del 24, si intende preliminarmente evidenziare come esso incidentalmente si inserisca nel mezzo del processo di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche di cui alla legge n. 124/2015, nonché di altre materie in fase di forte evoluzione a partire dall’ordinamento penitenziario (cfr. ddl C. 2798 approvato in prima lettura dalla Camera dei Deputati in data 23 settembre 2015) e, più in generale, del sistema dell’esecuzione penale di cui anche agli “Stati Generali”.
Ragione per cui il DM in corso di emanazione dovrà necessariamente, in termini più o meno brevi, essere rivisto e aggiornato successivamente al compimento delle predette riforme.
A maggior ragione per il Corpo di polizia penitenziaria in relazione all’imminente riorganizzazione delle funzioni di polizia, al riallineamento e al possibile riordino di ruoli e qualifiche.
Appare d’altronde essenziale per la funzionalità stessa del sistema giustizia del Paese che si completi la struttura e l’organizzazione della Polizia penitenziaria anche mediante la concretizzazione ed il significativo ampliamento organico del proprio ruolo dirigenziale.
All’esito di ciò sarà inevitabile, per quanto ci riguarda, non solo incardinare nell’ambito del DAP una Direzione generale della Polizia penitenziaria (previa revisione del Regolamento), ma anche prevedere sia in sede centrale sia in sede periferica l’assegnazione a Capo di ogni Ufficio di livello dirigenziale non generale riferibile al Corpo di polizia penitenziaria e/o precipuamente alle funzioni di polizia di un proprio dirigente.
Nel merito della bozza trasmessa, pur ragionando a legislazione vigente, si ravvisano diversi aspetti controversi o comunque poco chiari nell’organizzazione delle Direzioni Generali e degli Uffici, nella strutturazione ed accorpamento delle Scuole di Formazione e di Aggiornamento, nelle unificazioni di istituti penitenziari e nella rispettiva classificazione nei diversi livelli, nonché nell’individuazione dei posti di funzione.
Non si comprendono appieno, oltretutto, il senso logico ed i criteri che hanno ispirato e contraddistinto la realizzazione della bozza di DM.
Si chiede pertanto di voler convocare le Organizzazioni Rappresentative per una riunione che possa favorire opportuni chiarimenti all’esito dei quali consentire la formulazione di compiute osservazioni e proposte di merito.
Sin da subito, tuttavia, si evidenzia che non si condivide la probabile cancellazione o comunque la ridenominazione dell’Ufficio Centrale della Sicurezza e delle Traduzioni e, soprattutto, la sua ricollocazione (quale Ufficio Traduzioni e Piantonamenti) – a conferma delle previsioni del superato decreto ministeriale del 27 settembre 2007, ma in difformità dal dettato del decreto ministeriale dell’8 febbraio 2012 pur richiamato nella bozza – all’interno della Direzione generale del personale e delle risorse, ritenendo che debba permanere nell’ambito dell’Ufficio del Capo del Dipartimento.
Inoltre, si segnala che, diversamente da quanto esplicitato con il 1° comma dell’art. 3 della bozza di cui si discute, dalle tabelle “A1” ed “A2” non sembra evincersi la diversa rilevanza degli uffici centrali e territoriali di livello dirigenziale non generale ex art. 9, c. 2, D. Lgs. 63/2006.
In ultimo, si evidenzia l’assoluta opportunità, anche allo scopo di prevenire qualsiasi dubbio interpretativo, che le Disposizioni finali dell’emanando decreto del Ministro della Giustizia contengano l’indicazione dettagliata ed esplicita delle disposizioni organizzative rientranti nell’oggetto del medesimo ed adottate anteriormente all’entrata in vigore del DPCM n. 84/2015 che risultino abrogate, disapplicate e/o altrimenti incompatibili.

Restando in attesa della fissazione della riunione richiesta, molti cordiali saluti. Il Segretario Generale Angelo Urso

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