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Con nota n. 0412625 del 9 u.s. dell’Ufficio per le Relazioni Sindacali del DAP, ci è stato comunicato che le risorse di cui al c.d. assegno una tantum non verranno corrisposte agli aventi diritto nell’anno in corso, ma che occorrerà attendere nella migliore delle ipotesi il mese di marzo/aprile 2016.
La circostanza non ci sorprende affatto. Siamo ormai abituati, ma non certo rassegnati, alla proverbiale inerzia, inefficienza e probabilmente incapacità dell’Amministrazione penitenziaria e degli apparati del Ministero della Giustizia in relazione a pressoché tutte le politiche che riguardano il Corpo di polizia penitenziaria.
Tuttavia, in un momento di straordinaria transizione – per quanto concerne l’organizzazione ministeriale – come quello attuale, avevamo sperato che qualcuno confidasse anche nel fatto che di solito l’ultima cosa fatta è quella che più si ricorda e, pertanto, avesse deciso di stupirci.
Com’è noto alla S.V., il DPCM di ripartizione delle risorse di cui si discute (del 7 agosto 2015) è stato pubblicato nella G.U. del n. 201 del 31 agosto 2015 e da quel momento le Amministrazioni interessate (ma evidentemente l’Amministrazione penitenziaria non lo è) si sono adoperate affinché fossero espletate le successive procedure per arrivare al pagamento di quanto spettante.
Il risultato è che gli appartenenti alla Polizia penitenziaria, ancora a differenza di omologhi delle restanti Forze di Polizia, non percepiranno quanto dovuto nell’anno corrente.
Ben al di là dell’esiguità delle somme di cui si discute, pari all’11,24% di quanto sarebbe spettato senza il c.d. blocco degli automatismi e del tetto stipendiale, non sfuggirà di certo alla S.V. quanto e come ciò sia grave e deleterio sul piano simbolico e dell’immagine della Polizia penitenziaria, ma anche e soprattutto del suo Capo.
Così come è difficile immaginare una periferia efficace, a fronte di un centro clamorosamente inconcludente.
La invitiamo pertanto ad accertare le responsabilità di quanto perpetrato, dandone comunicazione a questa Organizzazione Sindacale, e ad assumere i consequenziali provvedimenti riorganizzativi affinché per il futuro non certo noi, ma il personale dipendente possa essere sbalordito dall’efficienza e dall’efficacia del proprio vertice, magari non solo quando deve procedere a recuperi forzosi e/o disciplinarmente.
Nell’attesa, molti cordiali saluti.

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