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Comunicato stampa - ROMA, 8 marzo 2021 – “Le donne nella Polizia penitenziaria rappresentano solo il 10% degli uomini; ciò, oltre a discriminare il genere femminile e a comprometterne le pari opportunità nel lavoro e nello sviluppo professionale, si ripercuote pesantemente anche sull’efficacia nel perseguimento della finalità rieducativa della pena, laddove la comunità penitenziaria non rispecchia nella composizione di genere la società esterna”.

 Lo dichiarano, nella ricorrenza della Giornata internazionale dei diritti della donna, Michela Romanello e Gennarino De Fazio, rispettivamente, Segretario Nazionale con delega alle pari opportunità e Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria.

“Questo è l’effetto – spiegano Romanello e De Fazio – di prassi gestionali e operative che, muovendo apparentemente da una previsione legislativa, sembrano approdare a conclusioni che ne esasperano e ne deformano la ratio, sino a porre seri dubbi di costituzionalità. Se è vero che il servizio all’interno delle sezioni detentive deve essere assicurato da operatori dello stesso genere dei detenuti ivi ristretti, sembra consequenziale che solo un numero proporzionato al fabbisogno effettivo di donne e uomini in quei servizi rimanga vincolato nella determinazione delle dotazioni organiche e nelle procedure concorsuali, rendendo disponibili i restanti posti senza alcuna distinzione, che si traduce in discriminazione, di genere”.   

 “Nella situazione di attuale squilibrio e sproporzione, a cui si sottrae solo la Carriera dei funzionari, – continuano gli esponenti della UILPA PP – le donne subiscono di fatto pesanti e ingiustificate penalizzazioni non solo nelle assunzioni e nelle procedure di promozione interne, ma anche nell’impiego in servizio, venendo prevalentemente adibite alle sezioni detentive o ad attività direttamente connesse all’appartenenza di genere, come le perquisizioni personali, con molte minori possibilità di accesso all’ampio ventaglio di altri compiti istituzionali del Corpo di polizia penitenziaria, che vanno dall’impiego nei servizi di esecuzione penale esterna, agli uffici giudiziari, passando per una serie di altri compiti e funzioni in istituti, uffici e strutture centrali e periferiche del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e del Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità”

“Per questo, nella giornata dedicata alla Festa della donna, – concludono Romanello e De Fazio – abbiamo indirizzato una lettera alle Ministre Cartabia e Bonetti e ai Capi di DAP e DGMC, Petralia e Tuccillo, sollecitando un approccio nuovo e sistematico al quadro normativo e proponendo soluzioni utili a superare il grave disequilibrio esistente”.

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