Comunicato stampa - ROMA, 29/01/2021 – «La Procura ha accertato che nove detenuti sono deceduti per l'assunzione di sostanze stupefacenti sottratte dalla farmacia e non per violenze esercitate nei loro confronti durante la rivolta dell'8 marzo».
“Queste le parole pronunciate dal procuratore generale della Cassazione, Giovanni Salvi, durante la sua relazione all'apertura dell'anno giudiziario, a riguardo dei 9 detenuti morti presso il carcere di Modena a seguito delle rivolte del marzo scorso e che restituiscono dignità e orgoglio al Corpo di polizia penitenziaria”.
A dichiararlo è Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria, che poi argomenta: “a seguito di campagne mediatiche che, troppo spesso, lungi dall’informare in maniera imparziale ed equilibrata, in assenza di evidenze, finiscono per dar credito a chi, per periodi più o meno brevi, ha tendenzialmente rappresentato l’antistato, piuttosto che a coloro che incarnano lo Stato e lo servono con diuturno sacrificio, accogliamo con sollievo le parole autorevolmente pronunciate dal procuratore generale della Cassazione, Giovanni Salvi. Il Corpo di polizia penitenziaria è sano e non ci sono aguzzini o torturatori, fatta ovviamente riserva per eventuali casi isolati di operatori infedeli che si ritrovano fisiologicamente in ogni categoria e che non ne possono intaccare la credibilità e il prestigio. Purtroppo, invece, notiamo una certa tendenza a discriminare e isolare la Polizia penitenziaria; questo, oltre ad essere gravemente sbagliato e ingiusto, temiamo sia anche pericoloso: la storia ci insegna che i disegni della criminalità organizzata prevedono prima l’isolamento e poi la soppressione di rappresentanti delle istituzioni”.
“Ci appelliamo, pertanto, a tutta la parte sana del Paese – prosegue il leader della UILPA Polizia Penitenziaria – chiedendo maggiori razionalità ed equilibrio nel trarre conclusioni a seguito di denunce prodotte, spesso strumentalmente, magari dagli stessi detenuti che sono stati protagonisti di aggressioni nei confronti di operatori allo scopo di precostituirsi, con l’attacco, una difesa”.
"Dal canto nostro – conclude il Segretario della UILPA PP – siamo certi, perché le conosciamo da vicino, della professionalità e della correttezza del Corpo di polizia penitenziaria e rinnoviamo l’invito alla magistratura competente, presso la quale riponiamo incondizionata fiducia, a concludere le inchieste in corso il prima possibile al fine di ristabilire la verità e, se del caso, per individuare, isolare e perseguire eventuali mele marce che, lo ribadiamo, non rappresentano la Polizia penitenziaria, da cui, peraltro, quasi sempre muovono le indagini più pregnanti e compiute”.