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Comunicato stampa ROMA 15/12/2020“Trent’anni fa, con la promulgazione della legge 15 dicembre 1990, n. 395, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dodici giorni dopo, dallo scioglimento del glorioso Corpo degli Agenti di Custodia nasceva il Corpo di polizia penitenziaria. In un processo di rinnovamento che, a distanza ben 15 anni, si prefiggeva di accompagnare la riforma dell’ordinamento penitenziario, la quale a sua volta aveva visto luce con la legge n. 354 del 1975, nasceva così un moderno Corpo di polizia a ordinamento civile, i cui compiti andavano oltre la mera vigilanza e custodia, ma miravano al perseguimento della sicurezza nell’accezione più nobile e ampia, intesa anche come opera di risocializzazione del reo e dunque da conseguire soprattutto mediante l’abbattimento della recidiva. Purtroppo, a oggi, quel processo, che doveva proseguire sia attraverso il completamento strutturale del Corpo di polizia penitenziaria sia mediante strumenti idonei a corroborare, correggere, e completare l’ambiziosa opera intrapresa è ancora incompiuto”.

 Così, Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria, ricorda il trentennale della nascita del Corpo di polizia penitenziaria. De Fazio poi sottolinea: “gli anni ’90 sono stati importantissimi per il Corpo di polizia penitenziaria i cui appartenenti hanno potuto dismettere le stellette e acquisire lo status di dipendenti civili dello Stato, accedendo anche ai diritti politici e alla libera sindacalizzazione senza i vincoli propri dell’essere militari. Tuttavia – si rammarica –, dopo i decreti delegati, che ne hanno completato l’organizzazione e intervenuti nei due anni successivi, il percorso di riforma ha subito diversi arenamenti, tanto che solo nel 1999 è stato varato il Regolamento di Servizio”.

 “Da lì – prosegue il leader della UILPA PP – è stato un continuo alti e bassi, dove a spinte propulsive che hanno consentito alle donne e agli uomini del moderno Corpo di polizia penitenziaria di potersi affermare come vera e propria forza di polizia, entrando a far parte anche di importanti strutture interforze (DIA, DNAA, Uffici Giudiziari, etc.) e di dotarsi, fra i tanti, dei ruoli tecnici e del Laboratorio Centrale per la Banca Dati Nazionale del DNA e di numerosi reparti d’élite e specializzazioni (GOM, USPeV, NIC, Cinofili, etc.), si sono contrapposte inerzie e, non di rado, energie antiriformatrici che ne hanno frenato lo sviluppo e l’azione”.

 “Ancora oggi – argomenta De Fazio –, nonostante successivi provvedimenti e riordini di carriere abbiano previsto pure due dirigenze generali, il Corpo di polizia penitenziaria non ha un vero e proprio vertice interno, resta gerarchicamente subordinato a una Dirigenza che non vi appartiene e, di nuovo, non dispone di un Regolamento di Servizio utilizzabile, nonostante siano già scaduti i termini di legge per approvarlo”.

 “Nel giorno in cui il Corpo compie 30 anni, allora, – conclude il Segretario della UILPA PP – l’augurio che vogliamo rivolgere alle donne e agli uomini che lo compongono e che facciamo a noi stessi è quello di riuscire già nei prossimi mesi a porre le basi per completare il processo di riforma avviato, al fine di dotare il Paese, anche a dispetto di politici e dirigenti talvolta non all’altezza del ruolo ricoperto, di una Polizia penitenziaria che chiudendo il cerchio fra tutte le Polizie ne finalizzi l’essenza realizzando compiutamente il tracciato di cui all’art. 27 della Legge fondamentale dello Stato”.

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