Comunicato stampa - ROMA 17/11/2020 – “Altro balzo in avanti dei contagi da nuovo coronavirus nelle carceri del Paese. Alle ore 20.00 di ieri sera erano ben 758 fra i detenuti (distribuiti in 76 penitenziari) e 936 fra gli operatori i casi accertati di positività al virus. Erano, rispettivamente, 638 e 885 solo venerdì scorso alle ore 13.00”. È ancora una volta Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria a fornire i dati del contagio nelle carceri, non nascondendo una preoccupazione crescente. De Fazio spiega: “questa volta, durante la seconda ondata della pandemia, al di là di qualche caso isolato a livello periferico, non notiamo particolari responsabilità che potrebbero essere imputate all’Amministrazione penitenziaria, la quale – per quanto possibile alle condizioni date – si è adoperata al meglio per fornire dispositivi di protezione individuale in numero adeguato e ha diramato importanti direttive per prevenire e isolare il contagio; direttive che, anche per un certo effetto sorpresa, erano mancate nella primavera scorsa e quando vi erano state erano parse incoerenti e talvolta persino contraddittorie. Sentiamo anche la vicinanza dei Vertici, con il Capo del DAP Petralia che, per la prima volta nella storia del Corpo di polizia penitenziaria, ha rivolto un videomessaggio di vicinanza e incoraggiamento agli operatori. È palese, tuttavia, che tutto ciò rischi di non essere sufficiente e di mandare la situazione sanitaria fuori controllo”.
“Con il virus che sembra dilagare e del quale chiediamo alla comunità scientifica e a chi di competenza di calcolare l’indice di contagio (Rt) in carcere – continua il leader della UILPA PP – si impongono urgenti e ulteriori misure da parte del Governo, che muovano su tre principali direttrici: deflazionamento sensibile della densità detentiva; rafforzamento e supporto efficace della Polizia penitenziaria; potenziamento incisivo dei servizi sanitari nelle carceri”.
“I Ministri Bonafede e Speranza e il Presidente Conte ne prendano atto; le carceri, i detenuti, gli operatori e chi le amministra non possono essere lasciati da soli; indugiare ancora potrebbe essere funesto!” – conclude De Fazio.