ROMA 01/05/2020 – “Da ieri sera si rincorrono indiscrezioni circa le dimissioni del Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria Francesco Basentini. Anche nostre autorevoli fonti confermano la notizia, che a questo punto riteniamo ufficiale.
A parlare è Gennarino De Fazio, per la UILPA Polizia Penitenziaria nazionale, che aggiunge: “lo abbiamo detto settimane fa e lo ripetiamo, nello sfacelo del sistema penitenziario il Capo del DAP ha di certo avuto le sue responsabilità per quanto accaduto di recente, negarlo vorrebbe dire svilirne e sminuirne la figura, ma allo stesso modo attribuire a lui tutti i mali del sistema, che sono molto risalenti nel tempo e derivanti, in particolar modo, dalla disattenzione della politica, sarebbe pretestuoso, fuorviante e, soprattutto, non ne agevolerebbe le soluzioni”.
“In altre parole – spiega De Fazio –, non ci illudiamo che la sostituzione del Capo del DAP e la nomina di un Vice Capo, pur di riconosciuto spessore, da soli possano essere la soluzione. È necessaria una maggiore attenzione della politica, che non può accendere i riflettori solo quando accadono rivolte o, magari, quando a causa di presunte intempestività viene scarcerato qualche boss di mafia; questi sono episodi gravissimi ed eclatanti, ma tutto sommato limitati nel numero; l’inefficienza e l’inefficacia del sistema vanno invece ricercate nelle decine di storture quotidiane, magari di minore entità se prese singolarmente e che per questo non assurgono alla ribalta della cronaca, ma che finiscono col minare alle fondamenta ogni possibilità di perseguimento dei fini istituzionali”.
“E in tutto questo – prosegue i leader della UILPA Polizia Penitenziaria – a farne le spese sono anche gli operatori, specie quelli del Corpo di polizia penitenziaria, che si vedono schiacciati fra l’improduttività dell’apparato e il dovere di assolvere al proprio compito nell’alveo delle finalità della pena sancite dalla Carta”.
“Ci auguriamo, dunque, – conclude De Fazio – che le dimissioni di Basentini non rappresentino un punto di arrivo e non facciano sentire nessuno appagato, ma che al contrario siano da monito per chi adesso dovrà assumere la guida del DAP e, soprattutto, il preludio a un’indispensabile svolta politica che si chiede in primis al Ministro della Giustizia Bonafede”.