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ROMA, 2 novembre 2019La UILPA Polizia Penitenziaria interviene sulle polemiche che stanno imperversando circa la bozza di decreto legislativo che prevede, in casi limitati e ben circoscritti, il venir meno della dipendenza gerarchica del Comandante della Polizia penitenziaria dal Direttore del carcere.

            A parlare è il massimo esponente, Gennarino De Fazio, che invita a un approccio sereno ed equilibrato, senza farne una questione ideologica.

         Il carcere – esordisce De Fazio – è un luogo di muri per antonomasia, non serve erigerne altri, se mai chi ha a cuore le libertà democratiche, il rispetto della dignità delle persone detenute, l’affermazione della legge e la difesa della Costituzione deve contribuire ad abbatterli”.

         “Purtroppo – prosegue il rappresentante della UILPA PP – si sta facendo del tema una questione ideologica, come se ci fossero i ‘buoni’ (i direttori penitenziari) e i ‘cattivi’ (i comandanti della Polizia penitenziaria) e, soprattutto, come se i buoni fossero tutti da una parte e i cattivi tutti dall’altra. In realtà, direttori e comandanti sono servitori dello Stato che quotidianamente e con diuturna abnegazione fanno del loro meglio per garantire la legalità e l’umanità all’interno delle carceri, di cui la politica e l’opinione pubblica si interessano poco, male e solo in determinate circostanze”.

         “La dipendenza gerarchica in senso stretto – spiega ancora De Fazio – è rinvenibile solo nei corpi militari e in quelli con organizzazione di tipo militare. Che un dirigente di polizia sia gerarchicamente dipendente da un altro dirigente che non appartiene alla stessa polizia è un unicum nel nostro ordinamento. La riforma attualmente all’esame delle commissioni parlamentari (che complessivamente non ci piace affatto) sul punto prevede semplicemente che il Comandante della Polizia penitenziaria, solo quando sia primo dirigente (circostanza che si potrà concretizzare in limitati casi e solo dopo l’anno 2023), sia sciolto dalla dipendenza gerarchica nei confronti del Direttore, il quale mantenendo la supremazia funzionale continuerà a essere in ‘capo’ indiscusso del carcere e risponderà a pieno titolo alle esigenze di garanzia di cui anche alle raccomandazioni del Consiglio d’Europa”.

         “Dallo svincolo dalla dipendenza gerarchica, in realtà, deriveranno per il Comandante solo poche facoltà gestionali, nell’ambito delle direttive impartite dal Direttore, e, si badi bene, qualche libertà in più nel rivolgersi ai superiori, alla magistratura, anche di sorveglianza, e all’esterno. In sostanza – sostiene dunque De Fazio – maggiore equilibrio, maggiore trasparenza, se si vuole, un aggiustamento del sistema di ‘pesi e contrappesi’, che oltretutto, attribuendo finalmente responsabilità dirigenziali al primo dirigente, muove verso il perseguimento compiuto dell’efficienza e dell’efficacia dell’azione amministrativa”.

         “In altre parole, quella che sta passando come una possibile ‘deriva securitaria’ è in realtà una riforma che vuole favorire maggiori garanzie e trasparenza. Trasparenza che da sempre ispira l’azione della UILPA Polizia Penitenziaria, la quale ha coniato lo storico slogan ‘abbattere le mura dei misteri, per abbattere i misteri di quelle mura’, e che si auspica orienti il pensiero di ciascuna delle componenti del carcere. Invitiamo tutti, pertanto, – conclude il leader della UILPA PP – ad abbassare i toni ed a contribuire a un confronto serio e pacato, scevro da pregiudizi e condizionamenti, che favorisca l’individuazione delle migliori soluzioni nell’interesse comune di dare un senso al sistema di esecuzione penale del Paese, in piena aderenza all’art. 27 della Carta costituzionale”.

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