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ALL’IPM DI CATANIA ESPLODE LA VIOLENZA, ALGOZZINO (UILPA POLIZIA PENITENZIARIA) CHIEDE LA RIMOZIONE - DELLA RESPONSABILE MOVIMENTAZIONE DETENUTI SILVIA MEI:- “I NOSTRI RIPETUTI APPELLI RIMASTI INASCOLTATI”

Drammatica rivolta dei detenuti presso l’Istituto Penale per i Minorenni “Bicocca”, a Catania.

Ieri sera dopo le 19:00, alcuni ristretti presso la Sezione del primo piano lato destro dell’Istituto - una decina in tutto -  hanno aggredito i poliziotti penitenziari in servizio, provocando il ferimento di sei unità.

A darne notizia è Armando Algozzino, segretario nazionale della Uil Pubblica Amministrazione Polizia Penitenziaria secondo il quale “la tragedia è stata, come sempre, evitata dall’elevatissima professionalità e dalla tempestività del personale”.

Secondo le ricostruzioni fornite dagli stessi agenti, all’origine della reazione rabbiosa ci sarebbe stata la traduzione di un recluso, considerato un “leader” dagli altri carcerati, per motivazioni legate all’ordine e alla sicurezza.

A mettere in atto il piano di rivolta, circa un’ora dopo il trasferimento del detenuto – la cui “leadership”, come spiegano gli agenti, rischiava di compromettere tutte le sezioni detentive -  sono stati i ristretti del lato destro del primo piano che, dopo avere sferrato un pugno a un poliziotto penitenziario, gli hanno tolto le chiavi e sono usciti: l’episodio è avvenuto tra la socialità e il corridoio della sezione.

Ne è derivata una colluttazione sedata grazie al rapido intervento di varie unità provenienti dal piano terra e dagli altri posti di servizio; cinque di esse sono state condotte in ospedale.

In particolare, un agente è stato colpito brutalmente alla testa e alla mano, riportando la frattura di un dito.

L’episodio è stato caratterizzato dal coinvolgimento di tutti i detenuti del piano, al netto di uno di loro che, sempre secondo la ricostruzione fornita, avrebbe invece tentato di sedare la rivolta e di riportare la calma.

Quando l’aggressione si è verificata, il lato sinistro era chiuso.

Per Armando Algozzino, che ha sovente acceso i riflettori sulle criticità degli istituti minorili chiedendo interventi urgenti, esistono precise responsabilità in merito all’accaduto, imputabili alla dirigente Silvia Mei del Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità, responsabile della movimentazione dei detenuti.

“Malgrado le reiterate note della UILPA Polizia Penitenziaria nelle quali si sottolineava come l’Istituto fosse ormai una polveriera – aggiunge Algozzino – la dirigente non ha mai ritenuto opportuno ascoltare le nostre segnalazioni: eppure, è stato denunciato con chiarezza che Bicocca ormai ospitava un numero elevatissimo di detenuti, alcuni molto problematici, provenienti da tutti gli IPM d’Italia, ed è certo che se un’organizzazione sindacale lancia un allarme, lo fa perché avverte la potenziale pericolosità di talune situazioni”.

Secondo il sindacato, negli ultimi mesi il clima detentivo era tale da lasciare presagire una simile rivolta, anche a causa della riduzione di punizioni e isolamenti.

“La dottoressa Mei – conclude il segretario nazionale – deve essere rimossa immediatamente perché ha manifestato indifferenza e palese inadeguatezza: l’auspicio è che il ministro al ramo prenda provvedimenti in tal senso poiché è fin troppo facile interpretare il ruolo di dirigente soltanto quando si è al comando e si impartiscono disposizioni, tralasciando le responsabilità che esso comporta ”.

                       

Marianna La Barbera

Ufficio stampa UILPA Sicilia

366.9338738



Secondo il sindacato, negli ultimi mesi il clima detentivo era tale da lasciare presagire una simile rivolta, anche a causa della riduzione di punizioni e isolamenti.

Drammatica rivolta dei detenuti all’Istituto Penale per i Minorenni “Bicocca”, a Catania.

Ieri sera dopo le 19, alcuni detenuti ristretti nella sezione del primo piano lato destro dell’Istituto – una decina in tutto – hanno aggredito i poliziotti penitenziari in servizio, provocando il ferimento di cinque unità.

A darne notizia è Armando Algozzino, segretario nazionale della Uil Pubblica Amministrazione Polizia Penitenziaria secondo il quale “la tragedia è stata, come sempre, evitata dall’elevatissima professionalità e dalla tempestività del personale”.

Secondo le ricostruzioni fornite dagli stessi agenti, all’origine della reazione rabbiosa ci sarebbe stata la traduzione di un recluso, considerato un “leader” dagli altri carcerati, per motivazioni legate all’ordine e alla sicurezza.

A mettere in atto il piano di rivolta, circa un’ora dopo il trasferimento del detenuto – la cui “leadership”, come spiegano gli agenti, rischiava di compromettere tutte le sezioni detentive –  sono stati i ristretti del lato destro del primo piano che, dopo avere sferrato un pugno a un poliziotto penitenziario, gli hanno tolto le chiavi e sono usciti: l’episodio è avvenuto tra la socialità e il corridoio della sezione.

Ne è derivata una colluttazione sedata grazie al rapido intervento di varie unità provenienti dal piano terra e dagli altri posti di servizio; cinque di esse sono state condotte in ospedale.

In particolare, un agente è stato colpito brutalmente alla testa e ha riportato la frattura di un dito della mano.

L’episodio è stato caratterizzato dal coinvolgimento di tutti i detenuti del piano, al netto di uno di loro che, sempre secondo la ricostruzione fornita, avrebbe invece tentato di sedare la rivolta e di riportare la calma.

Quando l’aggressione si è verificata, il lato sinistro era chiuso.

Per Armando Algozzino, che ha sovente acceso i riflettori sulle criticità degli istituti minorili chiedendo interventi urgenti, esistono precise responsabilità in merito all’accaduto, imputabili alla dirigente Silvia Mei del Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità.

Malgrado le reiterate note della UILPA Polizia Penitenziaria nelle quali si sottolineava come l’Istituto fosse ormai una polveriera – aggiunge Algozzino – la dirigente, responsabile della movimentazione dei detenuti, non ha mai ritenuto opportuno ascoltare le nostre segnalazioni: eppure, è stato denunciato con chiarezza che Bicocca ormai ospitava un numero elevatissimo di detenuti, alcuni molto problematici, provenienti da tutti gli IPM d’Italia, ed è certo che se un’organizzazione sindacale lancia un allarme, lo fa perché avverte la potenziale pericolosità di talune situazioni”.

Secondo il sindacato, negli ultimi mesi il clima detentivo era tale da lasciare presagire una simile rivolta, anche a causa della riduzione di punizioni e isolamenti.

La dottoressa Mei – conclude il segretario nazionale – deve essere rimossa immediatamente perché ha manifestato indifferenza e palese inadeguatezza: l’auspicio è che il ministro al ramo prenda provvedimenti in tal senso poiché è fin troppo facile interpretare il ruolo di dirigente soltanto quando si è al comando e si impartiscono disposizioni, tralasciando le responsabilità che esso comporta ”.

Fonte: Catania News

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