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Carenze strutturali, carenza di organico e, in particolare, l’assenza del medico nelle ore serali e notturne. Sono queste le criticità segnalate dalla Uilpa – Polizia penitenziaria, durante il sopralluogo di ieri mattina presso la Casa Circondariale di Isernia. In visita nella struttura la delegazione costituita dal segretario generale del sindacato, Angelo Urso, dal segretario regionale, Michele genovese, e dal segretario provinciale, Maria Prenassi. Le condizioni generali del penitenziario, tuttavia, non sono particolarmente negative. La struttura Isernina, ha evidenziato Angelo Urso, non è “tenuta malissimo”, rispetto al fatto che ci siano stati dei tagli lineari sui fondi e quindi tutto sommato gli sforzi sono abbastanza importanti da parte di chi la dirige”. Sia il carcere di Isernia che quello di Campobasso, ha aggiunto Urso, “presentano i segni degli anni che passano e tutte e due avrebbero la necessità di interventi strutturali di un certo tipo e di finanziamenti ad hoc.

Perché se solo pensate che i muri di cinta dei due istituti non sono utilizzati perché dichiarati inagibili, in qualche modo credo che ci sia la necessità di intervenire dal punto di vista strutturale”. C’è, poi, la questione della pianta organica della Polizia penitenziaria. Per Urso si sta vivendo una “situazione un po’ paradossale, perché in Italia la pianta organica del corpo è stata ridotta, per effetto della legge Madia, di 4.000 unità. Queste 4.000 unità, evidentemente, sono state tagliate negli istituti penitenziari. Quindi ciò che era carenza prima, oggi non lo è più ma solo perché ci sono stati questi tagli. Ma secondo noi, in verità, le carenze d’organico ci sono ancora”. Per Il Segretario Generale Uil Pa – Polizia penitenziaria, la dimostrazione di ciò, starebbe nel fatto che, ad Isernia più che a Campobasso, “i turni di servizio, invece di essere organizzati su quattro turni, sono organizzati su tre turni. Quindi lo straordinario diventa una situazione ordinaria di servizio. Ciò dimostra che qualcosa nell’organico non va. Delle due l’una: o il datore di lavoro, in questo caso lo Stato, non è in grado di definire un’organizzazione del lavoro adeguata, o le unità non sono sufficienti a garantire i servizi”. Un altro problema, evidenzia Angelo Urso, riguarda i gli spostamenti dei detenuti (cosiddette ‘traduzioni’).

“Perché – sottolinea – i mezzi di trasporto che vengono utilizzati sono assolutamente inadeguati. Sono poche le unità che sono addette a questi servizi. Questo fa sì che, ogni giorno, bisogna prendere unità dall’interno dell’istituto, sopprimere posti di servizio e utilizzarli per fare le traduzioni. Anche questo dimostra, secondo me, che l’organico non è assolutamente adeguato”. A Isernia, infine, c’è “il problema del presidio medico – segnala il sindacalista – Dalle 20 in poi non è più presente il medico nell’istituto e quindi si deve fare riferimento alla guardia medica. E questo credo sia un problema sia dal punto di vista della sicurezza, perché evidentemente quando un detenuto sta male la guardia medica, non essendo presente in istituto, deve arrivare da fuori, sia dal punto di vista degli accompagnamenti in ospedale, perché quando non si riesce a garantire il servizio sanitario nel carcere bisogna portare i detenuti in ospedale. Quindi se l’Asl di competenza facesse una riflessione rispetto alla possibilità di aumentare le ore di presenza del medico all’interno dell’istituto, credo che ne gioverebbero tutti: i detenuti e anche il personale”.

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