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ROMA, 22 febbraio 2018. – Secondo quanto riportato dall’ANSA, nel commentare il mancato varo definitivo della prima parte della riforma dell’ordinamento penitenziario da parte del Consiglio dei Ministri di oggi, il coordinamento nazionale dei Garanti regionali e territoriali dei detenuti avrebbe fra l’altro affermato che «Questa scelta di pavidità rappresenta uno schiaffo alla scelta di dialogo e di nonviolenza che ha visto impegnati per anni tanti soggetti, dai radicali ai garanti, dai giuristi ai prigionieri. C'è un solo modo di sanare questa ferita. Il Presidente del Consiglio Gentiloni e il Ministro di Giustizia Orlando annuncino subito la convocazione di un Consiglio dei Ministri straordinario in modo da garantire la conclusione dell'iter entro il 23 marzo. Se non sarà così si assumeranno la responsabilità delle conseguenze imprevedibili (o prevedibilissime) che si verificheranno nelle prossime ore e giorni».

         Secondo Angelo Urso, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria, tali affermazioni si prestano a più letture e rischiano di innalzare la già altissima temperatura che si registra all’interno degli istituti di pena, anche con continue aggressioni alla Polizia penitenziaria. In particolare, Urso argomenta: “in relazione alla riforma dell’ordinamento penitenziario in discussione, naturalmente, ciascuno ha la propria legittima opinione, secondo le diverse sensibilità e i differenti punti di osservazione. Anche la UILPA Polizia Penitenziaria anela al miglioramento dello condizioni carcerarie in maniera omnicomprensiva e spera che non si spengano i riflettori sul carcere con la celebrazione delle elezioni. Tuttavia, dichiarazioni come quelle attribuite al coordinamento nazionale dei Garanti regionali e territoriali dei detenuti, in cui dopo aver accennato a «uno schiaffo alla scelta di dialogo e di nonviolenza» si parla di «responsabilità delle conseguenze imprevedibili (o prevedibilissime) che si verificheranno nelle prossime ore e giorni» – nella certezza che non vogliano essere un incitamento alla violenza – si prestano a pericolose interpretazioni per i più facinorosi e potrebbero mettere a rischio la sicurezza e l’ordine delle carceri e, con essa, l’incolumità di quanti vi sono ristretti e, soprattutto, di coloro che vi prestano la loro diuturna opera al servizio del Paese”.

         “Auspico, pertanto, – conclude il Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria che il coordinamento nazionale dei Garanti regionali e territoriali dei detenuti voglia immediatamente chiarire il senso di quelle dichiarazioni”.

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