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Comunicato stampa del 5 ottobre 2017.

A seguito delle tristi vicende che hanno portato in negativo alla ribalta delle cronache la Casa Circondariale di Salerno, oggi il Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria Angelo Urso ha visitato il carcere dove ha avuto modo di fare un sopralluogo sui posti di lavoro e di intrattenersi con il personale per sentire dalla loro viva voce “il clima” che si respira nell’Istituto.

“Non è la prima volta che vengo a Salernodichiara Angelo Urso e già in precedenza abbiamo riferito ai vertici del DAP le gravi condizioni strutturali e di gestione in cui versa il carcere. Da allora ad oggi non è praticamente cambiato nulla, anzi direi che la situazione è anche peggiorata”.

Entrare nel penitenziario è come tornare indietro al medioevo ed il paradosso e che lavorando appunto in ambienti medioevali si pretendono dal personale prestazioni lavorative futuristiche.

 

“In portineria il box dell’agente è difatti all’interno di un quadro elettrico, al di fuori di qualsiasi normativa sulla sicurezza del lavoro, l’unica unità in servizio compila manualmente una serie di registri indicandovi, mezzi di trasporto e persone che entrano ed escono, risponde al centralino e gestisce il deposito degli oggetti non consentiti; apre manualmente i cancelli per il transito di coloro che entrano ed escono.

Questo è l’emblema di ciò che è l’Istituto perché in tutto il carcere non esiste un cancello automatizzato o uno strumento informatico utile a coadiuvare l’attività della Polizia Penitenziaria.”

Gli automi in realtà sono gli agenti - sottolinea sarcasticamente Ursocostretti ad assicurare la contemporanea copertura di più postazioni, senza per questo avere formali disposizioni di servizio attuali e rispondenti alle mansioni richieste.

In altre parole fai tutto quello che ti dico io, ma se succede qualcosa ne rispondi come i servizi fossero tutti presidiati.”

All’interno del carcere si registra un senso di abbandono al punto che, frustrazione e disaffezione, sembrano essere i sentimenti più diffusi, soprattutto nei turni pomeridiani e notturni, dove mancano le figure dei ruoli intermedi, pur presenti con più unità nei turni mattinali.

“Non è un casoconclude il sindacalistase le assenze dal servizio registrano un notevole incremento rispetto al passato. Se l’organizzazione del lavoro e la gestione dell’Istituto determinano l’aumento di situazioni stressogene è normale che, tra il personale, già anziano per effetto dell’innalzamento dell’età anagrafica, si registri l’incremento di alcune patologie. Piuttosto, che lamentarmi della carenza di organico (dato che la legge Madia ha appena tagliato circa 5.000 unità nella Polizia Penitenziaria) se fossi chi gestisce l’istituto, ma anche colui che ha il potere-dovere di controllo nei loro confronti, mi interrogherei sulle ragioni di tanto malessere e su ciò che è possibile fare per migliore le condizioni di lavoro del personale ed aumentare i livelli di sicurezza dell’Istituto.”

 

Utilizzando una metafora calcistica quando una squadra non funziona alla società, dopo aver esperito tutti i tentativi di sistemare le cose, non resta che cambiare l’allenatore e il preparatore atletico.

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