Carceri: La Campania sia questione centrale “La Campania sia questione centrale”. E’ quanto afferma Angelo Urso, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria, che questa mattina presso il Centro Penitenziario di Napoli Secondigliano, insieme al Segretario Nazionale Giuseppe Sconza, ha presieduto il lavori del Consiglio Regionale del Sindacato. “La riunione odierna del massimo organismo statutario della UILPA Polizia Penitenziaria della regione Campania; spiega il Segretario Urso; è stata utile per fare il punto della situazione contingente sia rispetto alle problematiche che investono il sistema dell’esecuzione penale e la Polizia penitenziaria sia sulla vertenza sindacale in atto e che vede contrapposte la UILPA PP e buona parte delle OO.SS. rappresentative al Provveditore regionale dell’Amministrazione penitenziaria. Da un lato il sovrappopolamento detentivo, con punte ancora preoccupanti soprattutto negli istituti napoletani di Secondigliano e Poggio Reale nonostante il superamento dell’apice dell’emergenza penitenziaria e dall’altro la riluttanza del Provveditore regionale al rispetto delle regole, soprattutto in tema di relazioni sindacali, impongono una presa di coscienza dell’Amministrazione centrale”.
“Sono tante – prosegue il leder della UILPA PP; le questioni che devono essere affrontate con perizia e disponibilità all’ascolto degli operatori e delle loro legittime rappresentanze che, come la storia insegna, rimangono anche dopo i provveditori. Così non si può pensare di aprire un nuovo padiglione detentivo presso la Casa Circondariale di Salerno senza una preventiva analisi dei bisogni e l’incremento della forza operativa. E allo stesso modo vanno sanati gli scompensi ingeneratisi presso gli istituti penitenziari di Carinola e Santa Maria Capua Vetere proprio per aver messo in funzione nuovi settori senza integrare gli organici. Infine, vanno affrontate le difficoltà e le vicissitudini operative che si registrano, gravissime, nel settore traduzioni e piantonamenti dove i servizi di pertinenza, proprio per il sottodimensionamento degli organici, vengono troppo spesso disimpegnati da operatori non formati e specializzati allo scopo e sottratti alla sorveglianza nelle carceri, con tutte le percepibili conseguenze che ciò comporta”.
“Per questi ed altri motivi – conclude Angelo Urso – ho già inviato una missiva al Capo del DAP Santi Consolo affinché apra un tavolo di confronto nazionale pure sulle questioni campane, le quali necessitano di essere affrontate con la lungimiranza ed il pragmatismo di chi pone la progettazione partecipata al centro del proprio mandato anche nella piena e rispettosa consapevolezza della continuità amministrativa”.