Il Provveditore Regionale della Lombardia, Dott. Aldo Fabozzi, in data odierna ha diramato un Ordine di Servizio, con cui, di fatto, sposta il personale della Casa Circondariale di Monza per occuparsi di servizi di piantonamento e traduzione di competenza della Casa di Reclusione di Bollate, contro volontà e in barba ai principi che disciplinano le materie sindacali. Un’iniziativa che non ha precedenti e che calpesta la Polizia Penitenziaria e chi la rappresenta.
A dare notizia del provvedimento è Domenico Benemia, segretario regionale della UIL Penitenziari, che in queste ore ha già lanciato un grido di aiuto al Capo del DAP, Santi Consolo.
Ecco alcuni punti salienti della missiva del leader regionale della UIL: “la gestione del personale e delle relazioni sindacali da parte del Provveditore della Lombardia ormai è fuori controllo e priva di logica organizzativa”.
Prosegue Benemia: “se il Provveditore pensa di gestire il personale della regione come un monarca, spostandolo da un posto all’altro, contro volontà e senza coinvolgere le parti sociali, probabilmente ha sbagliato momento storico” Tutto è determinato dalla chiusura della sezione femminile della Casa Circondariale di Monza che, a quanto pare, sembra aver generato un momentaneo esubero di personale femminile. “Noi più volte abbiamo chiesto a Fabozzi di affrontare la questione chiusura del femminile a Monza, mettendo mani alla pianta organica dell’istituto, trovando sempre noncuranza e superficialità dell’Amministrazione. Una scelta, quella di non ascoltarci, certamente poco lungimirante che oggi sta comportando questa “follia” gestionale. Un mancato confronto che, oltretutto, ha generato una inutile assegnazione di personale di Polizia Penitenziaria femminile. Errori abnormi che oggi vogliono essere risolti con un provvedimento illogico e illegittimo, che sposta il personale di Monza a Bollate, peraltro secondo carenze determinate unilateralmente”.
Insomma, si legge ancora nella nota di Benemia: “Non aver affrontato per tempo l’annunciata chiusura, oggi, sta portando l’Amministrazione a commettere una sciocchezza dietro l’altra” Interviene anche il Segretario Nazionale Urso, sulla singolarità del provvedimento: “mi pare evidente che in assenza di sospensione immediata del provvedimento contestato, non mancheremo di interessare la Corte dei Conti sullo sperpero generato dall’Amministrazione. Prima per aver assegnato personale femminile in una struttura di cui la chiusura era già annunciata, poi, per l’illegittimo e inopportuno invio di unità, mezzi e risorse da un istituto all’altro, peraltro per garantire servizi che potrebbero essere assegnati al Nucleo Traduzioni Provinciale, istituito proprio per far fronte a tali esigenze”