Carceri - Proteste a Genova e Vicenza
Dichiarazione Stampa del 25 maggio 2011 di :
Eugenio SARNO – Segretario Generale UIL PA Penitenziari
Anche ieri sera, come era stato preannunciato, i detenuti del carcere di Marassi hanno protestato contro il sovrappopolamento del carcere genovese e per chiedere l’amnistia.
La rumorosissima protesta è stata messa in atto attraverso la battitura delle vettovaglie sulle grate delle finestre e sulle superfici dei cancelli.
Fortunatamente non si sono ripetuti gli atti violenti dell’altra sera, quando i detenuti avevano appiccato mini incendi, fatto scoppiare bombolette e allagato alcune celle.
Evidentemente l’azione di persuasione del personale è andata a buon fine e ha portato i detenuti più facinorosi a rivedere il proprio comportamento.
Da ieri anche alla Casa Circondariale di Vicenza i detenuti hanno comunicato di procedere alle proteste, con le stesse motivazioni per cui si protesta a Marassi, attraverso cicliche battiture a cui hanno fatto seguire l’astensione dalla consumazione del vitto fornito dall’Amministrazione Penitenziaria.
Ugualmente a Vicenza, a parte l’assordante rumore provocato dalla battitura delle stoviglie, non si sono registrati atti di particolare violenza ed il personale di polizia penitenziaria ha potuto gestire con relativa tranquillità la protesta.
A Genova Marassi a fronte di una capacità ricettiva di 435 detenuti, ne sono ospitati più di 800; a Vicenza i detenuti ristretti assommano a 346 rispetto ad una capacità massima di 146.
Mentre si allarga il fronte delle proteste all’interno degli istituti, il personale di polizia penitenziaria, gravato da carichi di lavoro e turni insostenibili, continua a salvare vite umane. Negli ultimi giorni ben quattro tentativi di suicidio sono stati sventati dagli agenti penitenziari.
Ieri a Teramo è stato sottratto a morte certa un detenuto che aveva cercato di impiccarsi, così come sabato scorso,sempre a Teramo, gli agenti avevano salvato la vita ad una detenuta. Altri tre detenuti, nei giorni scorsi, sono stati salvati da suicidio a Porto Azzurro, Venezia e Prato.
Domani, a Roma, i responsabili delle OO.SS. rappresentative della Dirigenza Penitenziaria si incontreranno per pianificare eventuali iniziative di protesta. All’esame delle rappresentanze : la mancata apertura del tavolo per contrattualizzare la categoria e le difficoltà gestionali, operative ed amministrative conseguenti alle scelte adottate dal Governo in materia penitenziaria, a cominciare dagli insopportabili tagli ai capitoli di bilancio che rischiano di determinare la più completa paralisi del sistema penitenziario.
E’ verosimile immaginare che si arrivi a proclamare uno sciopero dei Direttori, ed io non avrò alcuna riserva a firmare la relativa comunicazione.
Intanto sono state sospese, momentaneamente, le proteste degli agenti penitenziari in servizio al Nucleo Traduzioni e Piantonamenti di Roma Rebibbia. Il DAP si è fatto carico di inviare a supporto, fino al 30 ottobre, alcune unità di polizia penitenziaria attualmente in servizio in uffici dipartimentali. E’ un segnale che giudichiamo molto positivamente, nella speranza che si arrivi a quel confronto sulle piante organiche più volte richiesto. Resta aperta, ma queste sono responsabilità che stanno in capo a Tremonti ed Alfano, la questione dei mancati pagamenti di missioni e straordinari. Da alcuni mesi (in qualche realtà da 16 ) i baschi blu non percepiscono le relative indennità. Occorre sottolineare che per garantire la presenza dei detenuti nelle aule di giustizia il personale ha spesso anticipato le spese di vitto e alloggio e in più di qualche caso ha dovuto provvedere in proprio anche ai rifornimenti degli automezzi preposti alla movimentazione dei detenuti. Ne deriva che le anticipazioni non rientrate determinano debiti nei bilanci familiari per migliaia di euro. Alcune unità del Nucleo TP di Caserta attendono rimborsi per cifre vicine ai diecimila euro. Non credo occorra aggiungere altro !