SUICIDI IN CARCERE – 10 febbraio 2011
SARNO (UIL) : Fermare la strage
Dichiarazione Stampa di Eugenio SARNO – Segretario Generale UIL PA Penitenziari
Alla Casa Circondariale di Vicenza, la sera dell’8 febbraio, abbiamo dovuto registrare l’ennesimo tentativo di suicidio da parte di un detenuto. Il tentativo di impiccagione non è andato a buon fine per il tempestivo e provvidenziale intervento dell’agente di sorveglianza. E’ il terzo tentativo di suicidio che la polizia penitenziaria sventa a Vicenza, solo in questo mese di Febbraio. Così come non possono passare sotto traccia i cinque tentati suicidi posti in essere (solo a Febbraio) presso il penitenziario di Teramo. Dall’inizio dell’anno sono ben 94 i tentati suicidi posti in essere da detenuti reclusi nelle prigioni italiane. E’ del tutto evidente che l’esiguità degli organici e la mancanza di risorse e mezzi, impediscono al personale penitenziario di poter perseguire le finalità di rieducazione e reinserimento previste dalla Carta Costituzionale. Le condizioni di iper affollamento con spazi sottratti od insistenti, di mala sanità penitenziaria, di diritti negati , di disumanità ed inciviltà che connotano il sistema penitenziario italiano rappresentano l’humus in cui proliferano violenza, degrado e morte. I 24 agenti penitenziari feriti da detenuti, le tante risse, i molteplici atti di autolesionismo, i 6 detenuti morti per suicidio in cella di questo 2011, sono la prova provata della corsa verso il baratro imboccata dal sistema carcere. Nonostante tutti gli sforzi profusi, nel più completo abbandono e nella più infamante delle solitudini, la polizia penitenziaria non potrà per sempre garantire la tenute dell’ordine e della sicurezza all’interno dei penitenziari. Così come è prevedibile, checché ne dica il Ministro Alfano, che si dovrà ragionare sullo scioglimento del GOM (Gruppo Operativo Mobile) preposto alla sorveglianza dei detenuti sottoposti al 41-bis, per mancanza di fondi. Analogamente non è esercizio eretico affermare che l’inadeguatezza degli stanziamenti potrebbero portare la blocco dei processi per detenuti imputati. Per l’ennesima volta, e con sempre maggior vigoria, lanciamo questo allarme sul dramma penitenziario. Pur consapevoli del rischio di gridare alla luna non intendiamo retrocedere rispetto al dovere civico di informare su quanto accade all’interno dei penitenziari. Basti pensare che l’Italia è un Paese che ancora subisce, per l’incapacità dei politici di risolvere, la barbarie di avere bambini – detenuti. Occorre superare questa ignominia e, soprattutto, frenare questa strage silente dei suicidi in cella. Purtroppo non possiamo non prendere atto che il Ministro della Giustizia e l’intero Governo sembrano distratti e distanti dall’emergenza penitenziaria, perché è chiaro che proclamare lo stato di emergenza per il sistema penitenziario ma restare inermi ed inattivi senza incidere a risolvere la benché minima criticità è solo un atto di grave ipocrisia.