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Comunicato Stampa dell’8 febbraio 2011
SARNO (UIL)  : A 18 anni dall’omicidio Campanello, il DAP dimentica i suoi eroi

L’ 8 febbraio del 1993 a Mercogliano (AV) un commando camorrista trucidò, sotto l’uscio di casa, Pasquale Campanello, Sovrintendente di Polizia Penitenziaria responsabile del padiglione 41-bis del carcere napoletano di Poggioreale.  A 18 anni dal suo sacrificio, è stato riconosciuto vittima del dovere,  la UIL PA Penitenziari torna a sollecitare il DAP perché sia edificata una lapide in memoria dei caduti della polizia penitenziaria

Ricordiamo molto bene le solenni parole pronunciate dal Ministro Alfano lo scorso anno al nostro convegno di Roma – dichiara Eugenio SARNO, Segretario Generale della UIL PA Penitenziari – quando commemorando Pasquale Campanello impose, di fatto, al DAP l’edificazione di una lapide aggiornata in memoria dei nostri caduti.  E’ davvero difficile comprendere i motivi per i quali un’Amministrazione, come quella Penitenziaria,  che conta decine di caduti nell’adempimento del dovere dimentichi i suoi eroi. Entrare al DAP e guardare la lapide che ricorda i caduti ferma al 1983 ingenera un moto di rabbia e frustrazione. A chi ha attraversato il periodo più buio e più violento della storia penitenziaria moderna è ben presente anche il valore simbolico di un nome scritto a perenne ricordo e a futura memoria. Per questo ci rivolgiamo ancora una volta al  Ministro Alfano perché quella parete spoglia dell'ingresso del DAP quanto prima possa aggiornare alla nostra memoria il sacrificio e il martirio di colleghi onesti caduti sotto i colpi delle mafie e del terrorismo.. Perché l'oblio non avvolga il loro impegno, la loro dedizione, il loro esempio. Noi continuiamo a credere che edificare una lapide non sia impresa improba e difficile “

La UIL PA Penitenziari per riparare al vuoto di memoria lo scorso ottobre con un vero e proprio blitz depose dei banner nell’atrio di ingresso del DAP, con l’elenco dei caduti e le parole del Ministro Alfano a memoria delle vittime del dovere .

Quella fu una provocazione – ricorda SARNO -  che racchiudeva tutto il disagio e tutta la rabbia di molti poliziotti penitenziari. Diamo atto al Capo del DAP di non aver fatto rimuovere i banner , ma noi vogliamo che sia una lapide ufficiale a ricordare i nostri martiri.

Ma la triste ricorrenza da modo alla UIL PA Penitenziari di rinfocolare le polemiche sul GOM e sulla gestione dei detenuti sottoposti al 41-bis

Il sacrificio di Campanello, di Bodenza,  di Di Lorenzo, di Montalto e di molti altri portò, nel febbraio del 1999,  l’allora Guardasigilli Oliviero Diliberto  a decretare l’ istituzione del GOM (Gruppo Operativo Mobile). Un reparto altamente specializzato composto da poliziotti penitenziari addetti precipuamente alla sorveglianza di soggetti detenuti in regime di 41-bis. I risultati, innegabili ed evidenti, ottenuti dal GOM sono sotto gli occhi di tutti. Però, a parte gli impegni ed i proclami, l’attuale politica del Governo Berlusconi rischia di far chiudere il GOM. Gli organici non vengono adeguatamente implementati alla bisogna – sottolinea il Segretario Generale della UIL Penitenziari – e questo significa che molti detenuti al 41-bis che, per legge, dovrebbero essere sorvegliati da unità del GOM non lo sono. Ad esempio a Parma nonostante la presenza di decine di 41-bis non c’è una sola unità del GOM. A Milano Opera, poi, il GOM sorveglia i 41-bis ma, per carenza di unità,  quando si tratta di garantire i collegamenti  in videoconferenze o di assicurare sorveglianza per eventuali ricoveri all’esterno si fa ricorso al contingente ordinario della polpen di Opera. Questo determina un grave vulnus per la sicurezza complessiva e per quella degli stessi operatori.  Se davvero, come dice, il Ministro Alfano ha a cuore la lotta alla mafia ci aspettiamo suoi decisi e risolutivi interventi per garantire al GOM  l’adeguata sorveglianza ai criminali sottoposti al 41-bis “

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