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COMUNICATO STAMPA 19 gennaio 2011

Carceri - A Sulmona il 3° suicidio del 2011 / SARNO : Alfano racconta favole

 

“ Mentre il Ministro Alfano, come Alice nel Paese delle meraviglie,  è impegnato a raccontare in Parlamento di un sistema penitenziario che non c’è, nelle nostre prigioni e nella realtà quotidiana del penitenziario  si continua a morire. A Sulmona ieri sera un detenuto si è tolto la vita mediante impiccagione. Salgono, così, a tre i suicidi di questo 2011. Con la media di uno ogni sei giorni. Forse a questo si riferiva Alfano quando parlava dei record conseguiti in materia penitenziaria dal Parlamento, giacchè di assunzioni non se ne intravedono ed i progetti restano tali “

Duro e diretto il commento del Segretario Generale della UIL PA Penitenziario, Eugenio SARNO, nel comunicare del suicidio di un internato egiziano recluso presso la Casa di Reclusione di Sulmona. Tawfik Mohammed, 71 anni proveniente dalla libertà vigilata era in carcere da due mesi .

“ Da tempo  - inascoltati – abbiamo posto il problema dell’inadeguatezza strutturale della sezione internati a Sulmona. Per questa tipologia di reclusi occorrono ambienti ben diversi. Purtroppo al DAP , evidentemente, sono distratti dalla fregola edificatrice per interessarsi di cose reali. Eppure i due suicidi dello scorso anno, i 14 tentati suicidi, le aggressioni in danno del  personale avrebbero dovuto costituire un importante campanello d’allarme”

La UIL PA Penitenziari sottolinea le gravi carenze organiche e, soprattutto, gli scarsi finanziamenti

“ Il Governo ha inteso ribadire lo stato di emergenza per le carceri. Ci pare un atto di assoluta ipocrisia. A cosa serve dichiarare lo stato di emergenza quando non solo  si depauperano gli organici dei poliziotti penitenziari per inviarli a fere servizio nelle comode poltrone dei palazzi romani ma non si da corso alle promesse e annunciate assunzioni ? A cosa serve dichiarare – prosegue SARNO – lo stato di emergenza quando si operano tagli lineari del 30%  ? I fondi stanziati dal Governo portano a poco più di 3 euro la somma per garantire il vitto quotidiano  ai detenuti (colazione, pranzo e cena). Garantiscono circa il 50% del necessario per il pagamento dei canoni di acqua, luce, gas, elettricità, ecc. Il personale non potrà vedersi remunerate le indennità di missione perché sono stati stanziati solo 9 milioni a fronte dei 26 necessari. Ciò significherà, a breve, il blocco dei processi perché è impensabile che si potranno continuare a tradurre i detenuti con i soldi anticipati dai poliziotti. Alfano, dunque, avverta il bisogno di un confronto con le rappresentanze dei lavoratori e provi a raccontare a noi, che ben conosciamo le realtà, le favole che racconta in Parlamento. Sarebbe, invece, il caso che il Governo nella sua ineterzza si facesse carico del dramma penitenziario e riveda gli stanziamenti complessivi per il DAP, in modo da garantire, almeno,  l’ordinaria amministrazione “

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