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Roma, 20 Nov.  – “Apprendiamo con sgomento di un’indagine nei confronti di numerosi appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria in servizio presso la Casa Circondariale di Trapani per presunti maltrattamenti nei confronti di detenuti e altro. Numerosi sarebbero gli indagati e, fra arresti e interdizione dai pubblici uffici, ben 26 sarebbero le misure cautelari per fatti occorsi dall’anno 2021. Naturalmente, nutriamo incondizionata fiducia negli inquirenti e nella magistratura e auspichiamo che si faccia al più presto piena luce sull’accaduto. Valga per tutti, però, la presunzione d’innocenza, nella speranza che gli indagati possano dimostrare la correttezza del loro operato”.

 

Lo dichiara Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria.

“Sono ormai decine le indagini, pressoché in tutta Italia, a carico di appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria e centinaia gli agenti indagati, sospesi dal servizio e talvolta condannati. Ovviamente, chi sbaglia deve essere individuato e perseguito, ma se a farlo, anche solo in via presuntiva, sono centinaia, diventa evidente la patogenicità del sistema che non solo non protegge, ma evidentemente favorisce e addirittura induce all’errore. Non si può parlare di mele marce, ma è la cesta marcia che fa imputridire tutto ciò che contiene”, aggiunge il Segretario della UILPA PP.

“La crisi penitenziaria perdura da troppo tempo ed è ormai giunta al limite del baratro più totale. Non solo il sovraffollamento detentivo, sono oltre 15mila i detenuti oltre la capienza, le carenze organiche, alla Polizia penitenziaria mancano più di 18mila unità, ma anche le deficienze organizzative e negli equipaggiamenti, così come la sostanziale assenza di un vertice. Ci chiediamo se ci sia concretamente e, in tal caso, di cosa si occupi il Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, il quale incidentalmente sarebbe anche il Capo del Corpo di polizia penitenziaria (sic!). Urgono misure tangibili, la Polizia penitenziaria è stremata nelle forze, mortificata nell’orgoglio e persino impaurita nello svolgere il proprio lavoro. Dall’inizio dell’anno sono oltre 3mila le aggressioni che ha subito, mentre continua a essere sottoposta a turnazioni e carichi di lavoro massacranti con la privazione di diritti persino di rango costituzionale. Chi detiene le responsabilità politiche e amministrative intervenga tangibilmente, altrimenti si faccia da parte. In qualche caso, siamo certi, operatori e detenuti neppure se ne accorgeranno”, conclude De Fazio.

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