Roma, 23 Ott. – “Gli agenti di Polizia penitenziaria impiegati presso la struttura penitenziaria a Gjadër continuano a subire una sistemazione residenziale lontana dallo standard codificato dall’Accordo Nazionale Quadro sottoscritto fra il Ministero della Giustizia e le Organizzazioni Sindacali il 5 ottobre 2023. Abbiamo letto, peraltro, un comunicato dello stesso dicastero con il quale si dà conto di una lettera sottoscritta, parrebbe, dagli 11 appartenenti alla Polizia penitenziaria attualmente impiegati in Albania e con la quale, pur ritenendo ‘offensive e strumentali oltre che non coerenti al vero le dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi dal Segretario generale di un sindacato’, si confermerebbero in buona sostanza quelle della UILPA Polizia Penitenziaria. 14 stanze per 11 occupanti, molti già in camera doppia, ma in prospettiva 45 in camera almeno tripla, un unico televisore per tutti e una scala esterna di cui è stata richiesta la copertura: solo questi elementi (ne basterebbe uno, ma ce ne sono molti altri) rappresentano una palese deroga agli standard statuiti dall’accordo pattizio e fanno sorgere il conseguenziale obbligo, per il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, d’autorizzare la sistemazione in hotel”.
Lo dichiara Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria.
“Non siamo affetti da sindrome tolemaica sino al punto da voler credere che in quella presunta lettera si riferissero a noi, ma se così fosse, stiano tranquilli e stia sereno anche chi, non avendo evidentemente altro da fare, si cimenta in sterili cacce alle streghe: confermiamo di non avere contatti diretti con alcuno di loro e che non sono stati loro a fornirci le notizie. Tuttavia, pensiamo che il punto non sia da chi e come abbiamo avuto le informazioni, ma se siano vere o false. Sulla veridicità delle nostre rappresentazioni, non solo c’è stata la conferma degli interessati, suffragata dal Ministero della Giustizia, ma soprattutto non c’è stata alcuna smentita da parte dei vertici del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, cui ci siamo rivolti per iscritto e poi di nuovo verbalmente, da ultimo solo ieri a margine di una riunione. Del resto, lo stesso Ministero della Giustizia si è limitato a ‘passare le carte’ riferendo asetticamente dei contenuti della lettera, ma guardandosi bene dall'entrare direttamente nel merito delle questioni da noi sollevate”, spiega ancora il Segretario della UILPA PP.
“Se poi gli 11 firmatari volessero accettare, ritenendole idonee, le condizioni residenziali loro riservate, questo non autorizzerebbe il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria ad approfittare della loro lodevole disponibilità quasi come fanno, pur considerando le debite proporzioni, i caporali con i migranti sfruttati nei campi. Infine, e parliamo in generale, sia chiaro che non ci lasceremo intimidire da nessuno e che se qualcuno pensa di poterci mettere il bavaglio, palesemente, non ha chiaro che siamo la UIL. Siamo uomini o caporali? Si sarebbe chiesto Totò”, conclude De Fazio.