Cpr in Albania. La denuncia degli agenti della penitenziaria: "La nostra sistemazione è una vergogna"
In servizio ci sono 45 persone, dovrebbero occuparsi del carcere pensato per 24 brandine.
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Spese folli. Per un Centro di permanenza per il rimpatrio completamente vuoto. E un carcere altrettanto vuoto. E degli alloggi, pensati per la polizia penitenziaria, che non rispondono alle esigenze degli agenti.
«È tutto paradossale» racconta chi lavora nel nuovo Cpr in Albania, frutto di un accordo tra il governo Meloni e il governo di Edi Rama.
Questa volta, a denunciare «una situazione inaccettabile», sono gli agenti della penitenziaria. Ad oggi dieci più il comandante. E altri quattro dovrebbero arrivare nei prossimi giorni.
Per loro, accanto al carcere di Gjader, sono stati costruiti degli alloggi prefabbricati. «Si raggiungono solo grazie a una scala metallica esterna, una sorta di scala d’emergenza», spiegano. All’interno? «Nessuno pretende il lusso, ma mancano gli elementi d’arredo più elementari. Come la televisione e lo spazzolone del water». Le condizioni delle trasferte degli agenti della polizia penitenziaria sono normate da un accordo nazionale quadro. Che prevede camere singole con un materasso, due cuscini, un comodino, un armadio. E ancora. Uno scrittorio con lampada e sedia, uno specchio, un tavolino, una tv, una tenda e un tappeto. Insieme a tutto l’occorrente per il bagno. «I nostri uomini non solo non possono godere della sistemazione alberghiera come tutti i colleghi delle altre forze di polizia e armate in Albania, ma addirittura vengono oltraggiate le specifiche previsioni contrattuali che li tutelano», dichiara Gennarino De Fazio, segretario generale del sindacato Uilpa polizia penitenziaria che già lo scorso 17 ottobre, con una lettera, aveva sollevato la questione. E aggiunge: «Se l’amministrazione penitenziaria e lo Stato non dimostrano il minimo rispetto per le donne e gli uomini in divisa che li rappresentano, non osiamo immaginare il trattamento che potrebbe essere riservato ai migranti. Mai ne arrivassero».
In totale, gli agenti della polizia penitenziaria in servizio in Albania saranno quarantacinque. Dovrebbero occuparsi del carcere costruito a Gjader, un centinaio di abitanti e una manciata di case, per chi creerà problemi al Cpr. Si tratta di un penitenziario maschile con ventiquattro brandine. «È vuoto. Come il Centro. E non è nemmeno stato completato del tutto», spiegano. E a sollevare perplessità c’è anche la questione economica. Per agenti penitenziari, poliziotti, carabinieri, finanzieri, prestare servizio in Albania comporta un aumento in busta paga di un centinaio di euro al giorno. Per un costo che si aggira, complessivamente, intorno ai novecentomila euro al mese, solo per quanto riguarda gli indennizzi di trasferimento di trecento unità.