HUFFPOST 14 agosto 2024 - Il gran casino sulla gestione delle pasticciate norme di via Arenula sulla situazione carceraria. Il Dap fa marcia indietro, ma solo nei modi: il vademecum viene edulcorato per i detenuti, per il rischio di tensioni. De Fazio (Uilpa): "Il vertice politico è nella confusione più totale mentre il personale è allo stremo"
ndietro tutta: la circolare che esaltava il decreto Nordio non va fatta vedere ai detenuti. Dopo aver invitato gli agenti a darle massimo risalto, l’amministrazione penitenziaria ci ripensa. C’era il rischio di creare illusioni tra i detenuti che attendono di uscire prima dal carcere. “Questa vicenda dimostra che l’amministrazione penitenziaria e il vertice politico sono nella confusione più totale. Intanto nelle carceri cresce la tensione tra i detenuti e il personale è allo stremo”, dice all’Huffpost Gennaro De Fazio, segretario della Uilpa. Il portavoce della conferenza dei garanti regionali, Samuele Ciambriello, parla di una circolare “dal tono sorprendentemente enfatico” in grado di “creare aspettative eccessive nella popolazione carceraria". Ora – dice - bisogna dare indicazioni chiare agli operatori penitenziari”.
L'augurio del Ministro ad agosto 2023
A Ferragosto la politica scopre il carcere. A cominciare dal ministro di giustizia Carlo Nordio che sarà alla Giudecca di Venezia, mentre il sottosegretario Andrea Delmastro, ha visitato le case circondariali di Taranto e Brindisi. “Ma non per andare alla mecca del detenuto. Io incontro prima di tutto i servitori dello Stato che, vestendo una divisa, difendono e tutelano legalità e sicurezza”, dice Delmastro. Ma i primi ad essere scontenti sono i servitori dello Stato, come li chiama il sottosegretario. A metà agosto le carceri italiane registrano 164 morti, di cui 66 suicidi accertati e 19 morti ancora da accertare. Mai così male da oltre 30 anni, coi detenuti in sovrannumero di oltre 14mila. A fronte di questa situazione il ministro Nordio e il suo (ipotetico) successore Andrea Delmastro enfatizzano ognuno un aspetto diverso del decreto 92, il decreto carceri convertito la settimana scorsa dal Parlamento. Per Nordio – che chiede un incontro al presidente della Repubblica Sergio Mattarella - con un combinato disposto di misure presenti nel decreto e altre, di là da venire, si libererebbero 15-20 mila detenuti. Nordio pensa al trasferimento dei detenuti tossicodipendenti in strutture ad hoc – previsto dal decreto – e a quello dei detenuti stranieri nei Paesi d’origine. In più, ipotizza una modifica della custodia cautelare, in modo da limitare la quota di detenuti in regime di carcerazione preventiva.
Su questo trova un’apertura di credito anche da Forza Italia. “Il decreto carceri è solo un punto di inizio”, dice all’Huffpost il senatore Pierantonio Zanettin, che presentò un emendamento al decreto, poi ritirato, che prevedeva la semilibertà per chi aveva condanne inferiori ai 4 anni. “Ma è comunque positivo che il ministro annunci un nuovo piano con cui intende dare seguito a quelle misure, a cominciare dai detenuti tossicodipendenti. Quanto ai detenuti stranieri, si tratta di un problema annoso. I Paesi d’origine spesso non rivogliono indietro i loro connazionali, che hanno avuto problemi con la giustizia italiana. Ma siamo sicuri che Nordio avrà un piano con cui rendere concreto il suo proposito”. Forza Italia fa un’apertura al ministro e non ripresenterà nell’immediato una proposta per la scarcerazione preventiva. Ma gli azzurri invitano Nordio ad andare fino in fondo sulla modifica della custodia cautelare. “Ci sono diverse proposte, si può partire ad esempio da quella depositata alla Camera a firma del capogruppo Tommaso Calderone. Prevede – dice Zanettin - di rivalutare l’esigenza della reiterazione del reato dopo 60 giorni di carcerazione preventiva”.
Per inciso, è la norma che escluderebbe a priori un nuovo caso Toti, visto che il governatore ligure non sarebbe costretto alle dimissioni per veder revocata la custodia cautelare. Zanettin ha visitato il carcere di Ancona. “Ho trovato i detenuti contenti delle misure previste dal decreto. Se poi la stampa e qualche politico che parlano di ‘svuotacarceri’ la smettessero, ci sarebbero meno aspettative eccessive”.
Ma la vicenda del vademecum del Dap fa emergere le incertezze in maggioranza e nel governo sulle misure per alleggerire la pressione nelle carceri. Dopo aver invitato provveditori e dirigenti a dare "massima diffusione" delle norme più significative del decreto 92, anche con "distribuzione diretta ai detenuti e affissione negli spazi comuni", il Dap ingrana la retromarcia. “Si chiarisce che il vademecum è ad esclusivo uso interno. La divulgazione alla popolazione detenuta sarà assicurata con un documento semplificato”, è la nuova nota, datata 14 agosto, a parziale smentita di quella del 12 agosto. Questa legittimava i detenuti a pensare che non fosse più neceessario il riscontro del magistrato di sorveglianza per l’accesso alla libertà anticipata. “La pena verrà ridotta di 45 giorni ogni sei mesi senza necessità di fare alcune istanza al magistrato di sorveglianza, se il ristretto parteciperà alle attività di rieducazione", si leggeva. Una dichiarazione “non solo falsa, ma anche pericolosamente fuorviante”, per Leo Benduci del sindacato Osapp, che lamentava anche la mancata traduzione a favore dei detenuti stranieri. Ora via Arenula corregge il tiro, ma intanto il Provveditorato della Lombardia si era mosso per tempo. Con una nota ai dirigenti regionali metteva in guardia dal rischio di tensioni che potevano essere innescate da aspettative esagerate dei detenuti in relazione alla liberazione anticipata. "Attese le informazioni giunte di recente a questo provveditorato circa possibili stati di tensione fra la popolazione ristretta connessi alle decisioni politiche assunte in sede di conversione del decreto legge numero 92/2024, si invitano le SSLL a sollecitare tutto il personale rispetto alla necessità di operare con massimo scrupolo e zelo al fine di mantenere alto il livello di attenzione nello svolgimento delle attività di vigilanza ed osservazione degli Istituti penitenziari".
Per Gennaro De Fazio, segretario del sindacato Uilpa, “è una vicenda che insieme ad altre riflette il profondo stato confusionale dell’amministrazione penitenziaria e del suo vertice politico”. Interpellato dall’Huffpost, De Fazio spiega che il vademecum ai detenuti “era un volantino di saldi. In realtà il decreto Nordio non porta nulla di significativo. E’ ingannevole, con misure di difficile realizzazione e comunque non immediate, e alimenta le aspettative di chi è in attesa di uscire per libertà anticipata. Non porta niente che possa mutare davvero la situazione nelle carceri. Una situazione “caratterizzata da crescente tensione tra i detenuti e con il personale costretto a operare in condizioni-limite, in qualche modo anch’esso vittima della propaganda di governo”. Nei giorni scorsi un agente di polizia penitenziaria, a Catanzaro, nel corso di recenti proteste, è arrivato a lavorare 22 ore di fila. “Sono casi sempre più frequenti – spiega De Fazio – perché il governo si fa frenare dalle altre forze dell'ordine. Le assunzioni, previste dal decreto Nordio, lo dimostrano”. A fronte di 1000 assunzioni, 500 sono calendarizzate a fine 2025 e altre 500 a fine 2026. “Ma se il governo vuole creare 7mila posti nelle carceri con il piano di edilizia straordinaria previsto nel decreto Nordio, con la stima attuale di un agente ogni due detenuti non servirebbero mille agenti in più, ma 3500. E quindi il deficit attuale di 18mila agenti, salirebbe a breve almeno a 20mila. Non mi sembra un grande risultato. Ma poi: se si vogliono costruire carceri per altri 7mila posti, con il decreto che individua addirittura un commissario straordinario all'edilizia penitenziaria, perché Nordio insiste sul trasferimento di detenuti? Mi pare che tra la linea Delmastro e quella Nordio ci sia un’incongruenza”.
Un altro capitolo critico è proprio l’edilizia carceraria. E’ la principale leva su cui insiste il sottosegretario Delmastro. De Fazio mette in evidenza le contraddizioni nel governo, visto che l’altro sottosegretario alla giustizia, il leghista Andrea Ostellari spiega che “sul tema del sovraffollamento, se andiamo oggi a guardare tutte le nostre carceri tenendo conto del parametro 'metri per detenuto', tutti i nostri istituti sono regolamentari". Diverso il punto di vista del collega Delmastro. “Questo governo ed il sottoscritto in prima persona hanno sbloccato in 20 mesi 255 milioni di edilizia penitenziaria per recuperare settemila dei diecimila posti detentivi mancanti. Questo ci fa ben sperare per recuperare gli altri tremila nel corso del mandato e risolvere strutturalmente il problema del sovraffollamento”, dice Del Mastro. De Fazio conclude: “Si mettessero d’accordo: chi dei due ha ragione?”.
Il caos carceri preoccupa i Garanti regionali dei detenuti. Per il portavoce Samuele Ciambriello, che ne ha parlato al capo del Dap Giovanni Russo, “per superare i problemi del sovraffollamento, dei suicidi e della dignità della vita carceraria avremo bisogno non di affermazioni propagandistiche ma di risposte efficaci e realistiche”. Il riferimento è al vademecum destinato ai detenuti in cui si sponsorizzava il decreto Nordio. “Creava aspettative eccessive da parte della popolazione carceraria, questioni interpretative e possibili difformità nell'applicazione da parte della magistratura di sorveglianza”. A cominciare dal “punto 4 della circolare che se letto da un detenuto o da un non addetto ai lavori potrebbe lasciare intendere che la parola ‘automaticamente’ non si riferisca alla riduzione dei 45 giorni della liberazione anticipata, ma anche all'applicazione delle misure alternative. Il che non è conforme alle previsioni di legge, secondo cui il magistrato per poter concedere una misura alternativa deve comunque svolgere attività istruttoria e verifiche”. I garanti prendono atto che è stata sospesa la diffusione della nota tra i detenuti, “ma riteniamo urgente – concludono - che anche agli operatori penitenziari siano date indicazioni chiare, in modo che possano essere interpreti tra i detenuti”.