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Roma, 12 Lug. – “E’ rientrata verso le 23.00 la protesta scoppiata nel tardo pomeriggio di ieri presso la Casa Circondariale di Trieste. Da quanto apprendiamo, grazie all’opera di mediazione condotta soprattutto dalla Polizia penitenziaria del reparto triestino e dal Magistrato di Sorveglianza, intervenuto sul posto, non si sono registrate violenze alle persone. Per alcuni detenuti è stato necessario il trasporto in ospedale e quattro sarebbero rimasti ricoverati, uno a causa di un malore, tre per la probabile ingestione di farmaci sottratti alla locale infermeria”.

          Lo dichiara Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria.

         “Dopo Firenze e Viterbo, Trieste è il terzo istituto penitenziario in cui si registrano pesanti disordini a pochi giorni dal varo, da parte del Consiglio dei Ministri, del decreto-legge n. 92 battezzato, sembra un ossimoro, ‘carcere sicuro’. Segno evidente che non solo non è riuscito a incidere sulle difficilissime condizioni carcerarie, ma che non è neppure in grado di farlo e sta disilludendo le molte aspettative. Resta dunque altissima la tensione nei penitenziari, dove peraltro i suicidi si susseguono con frequenza mai osservata in precedenza”, aggiunge il Segretario della UILPA PP.

         “Anche a Trieste vi è un pesantissimo sovraffollamento detentivo, con circa 257 ristretti presenti a fronte di 150 posti, mentre le unità di Polizia penitenziaria in servizio ammontano a 120 a dispetto di un fabbisogno di almeno 182. Numeri che si inseriscono nel più ampio contesto che a livello nazionale vede in oltre 14.500 i reclusi oltre i posti disponibili e in almeno 18mila gli agenti mancanti. In questo quadro, se non vi saranno interventi concreti e a immediata efficacia, la situazione è destinata a peggiorare ulteriormente e rischia di sfuggire di mano con conseguenze pesantissime. Chiediamo ancora al Governo e, direttamente, alla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, immediate misure deflattive della densità detentiva e per rimpinguare cospicuamente gli organici della Polizia penitenziaria. Parallelamente, vanno assicurate l’assistenza sanitaria e psichiatrica e vanno  avviate  riforme  complessive”,  conclude  De Fazio.

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