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Roma, 11 Lug.  – “I migliori siamo noi? Probabilmente no, dopo anni, almeno 25, in cui il Corpo di polizia penitenziaria è stato bistrattato, in maniera trasversale, da tutte le maggioranze parlamentari che si sono succedute. Questo, tuttavia, non deve indurre nessuno a strumentalizzare il grido d’incoraggiamento, goliardico e manifestante lo spirito di corpo dei 300 agenti della scuola Verbania che hanno prestato giuramento sabato scorso. Sono stato personalmente presso l’istituto d’istruzione di Verbania tre settimane fa, dove ho tenuto un’assemblea incontrando molti di quegli agenti e ho visto solo ragazzi volenterosi di prestare la loro opera al servizio delle istituzioni repubblicane e in difesa della democrazia. Non ho visto nessun fascista né donne e uomini disposti a prestarsi a essere inconsapevolmente utilizzati da chicchessia”.

         Lo dichiara Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria, a proposito delle polemiche innescatesi per il grido “i migliori siamo noi” pronunciato dai neo-Agenti del Corpo di polizia penitenziaria alla scuola di Verbania in occasione del giuramento di fedeltà alla Repubblica alla presenza del Sottosegretario al Ministero della Giustizia, Andrea Delmastro delle Vedove.

“I migliori siamo noi è un grido di stimolo emotivo, spesso articolato dalla Polizia penitenziaria e in generale da ogni organizzazione composita, che si tratti di corpi militari o militarmente organizzati, di semplici squadre di calcio e persino alle bocciofile. I migliori siamo noi, in definitiva, si sente ovunque vi sia sana competizione e vuole essere solo un incitamento a migliorarsi senza con questo voler necessariamente prevalere o, peggio, prevaricare”, aggiunge il Segretario della UILPA PP.

“Preferiremmo che le forze politiche, di qualunque collocazione negli scranni parlamentari, si occupassero compiutamente della gravissima emergenza penitenziaria in essere, che dispensa morti con cadenza quotidiana, e delle condizioni lavorative di quelle 300 ragazze e ragazzi che già da quattro giorni sono sottoposti a turnazioni massacranti in contesti invivibili, spesso, per giunta, senza un posto in cui dormire per carenza di caserme”, conclude De Fazio.

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