Roma, 11 Mag. – “Con provvedimento del Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria del 9 maggio, per la prima volta nella storia dell’Amministrazione e del Corpo di polizia penitenziaria, sono stati conferiti gli incarichi di Direttore e Vice Direttore presso le Divisioni centrali e dei Provveditorati regionali, nonché di direzione degli Istituti di istruzione e di Comandante dei Nuclei traduzioni e piantonamenti di maggiore rilevanza ai primi dirigenti di Polizia penitenziaria”.
Lo riferisce Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria.
“Si tratta di una svolta storica, anche di valorizzazione del Corpo di polizia penitenziaria e della propria dirigenza, di recente istituzione, che muove verso la reale equiparazione alle altre forze di polizia, ma che incastonandosi in un apparato complesso e frastagliato rischia di ingenerare maggiori parcellizzazioni e conflittualità interne. Le neonate Divisioni, al cui vertice a decorrere dal 3 giugno prossimo vi sarà un dirigente di Polizia penitenziaria, si inseriscono in un contesto in cui operano, considerando anche il Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità, ben sei dirigenze in 5 carriere diverse. Allora, mai come in questo caso, il rischio concreto è che le Divisioni divengano ancora una volta sinonimo di separazioni, con tutto ciò che ne potrebbe derivare soprattutto per la (dis)funzionalità delle carceri e per gli agenti che operano in prima linea, in prigioni sempre più sovraffollate, in sottorganico di 18mila unità, spesso abbandonati a se stessi e senza direttive”, spiega il Segretario della UILPA PP.
“Per noi, l’obiettivo rimane quello di addivenire a una reingegnerizzazione dei Dipartimenti dell’Amministrazione Penitenziaria e per la Giustizia Minorile e di Comunità, con la riorganizzazione del Corpo di polizia penitenziaria, puntando alla confluenza delle diverse dirigenze in uno sbocco comune che conduca alle ‘unioni’ in luogo delle divisioni. In altri termini, riteniamo che sia maturo il tempo di pensare alla dirigenza unica, almeno nelle posizioni di vertice”, aggiunge il sindacalista.
“In ogni caso, non volendo buttar via con l’acqua sporca anche il bambino, cogliamo con moderato favore quanto sin qui realizzato, forse il massimo possibile a normativa vigente, e formuliamo i nostri migliori auguri di buon lavoro ai neo-Direttori, Vice Direttori e Comandanti, nella certezza che costituiranno un valore aggiunto per tutto il sistema d’esecuzione penale. Ora, però, non si lascino le carceri e i nuclei traduzioni ancora senza comandante di reparto e si proceda senza indugio a conferire tutti gli incarichi a livello territoriale”, conclude De Fazio.