Roma, 25 Ago. – “Da alcune dichiarazioni del Sottosegretario al Ministero della Giustizia, Andrea Ostellari, apprendiamo che il Governo si appresterebbe a promuovere interventi legislativi per aggravare le pene nei confronti dei detenuti che aggrediscano appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria e, più in generale, operatori penitenziari. In attesa di conoscere il testo e le modalità dell’intervento, cui saranno legati anche i tempi dell’entrata in vigore, riteniamo che si vada nella direzione giusta e da noi sollecitata ripetutamente. Non si pensi però che ciò sia sufficiente ad arginare la gravissima spirale di violenza in carcere, né tanto meno ad avviare a soluzione la molteplicità delle annose problematiche che lo investono”.
Lo dichiara Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria.
“Le aggressioni di detenuti nei confronti della Polizia penitenziaria si susseguono ormai al ritmo di cinque al giorno, considerando solo quelle più gravi e secondo una nostra stima approssimata per difetto, attesa la secretazione dei dati da parte del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria per dichiarati motivi di ordine e sicurezza pubblici, considerato che la loro conoscenza – secondo il DAP – metterebbe a nudo la vulnerabilità dei penitenziari, come se già non fosse sotto gli occhi di chiunque. Pensare che solo con l’aggravante di pena si possa fermare la violenza, oltre a essere riduttivo, sarebbe del tutto velleitario. È necessario ripensare il modello detentivo, ivi compreso quello riferito ai reclusi malati di mente, e potenziare organici, equipaggiamenti, strutture e tecnologie. Chi non ha niente da perdere o è affetto da patologia psichiatrica (risultando peraltro non imputabile), non si ferma di certo per il rischio di qualche mese di pena in più”, spiega il Segretario della UILPA Polizia Penitenziaria.
“Sicuramente notiamo e apprezziamo un cambio di paradigma rispetto al passato nell’approccio al tema, ma occorre più coraggio, concretezza e incisività. Lo ribadiamo, urge un decreto carceri che prenda atto dell’emergenza e consenta cospicue e immediate assunzioni straordinarie nella Polizia penitenziaria, unitamente al potenziamento degli equipaggiamenti e delle tecnologie. È necessario ripensare il modello custodiale, risolvendo anche la tragica questione dei detenuti malati di mente che non vengono curati e sono abbandonati a se stessi, e promuovere misure finalizzate a deflazionare la densità detentiva. Vanno altresì varati protocolli d’intervento operativo che indirizzino il personale, sempre più oggetto d’inchieste penali e amministrative. Parallelamente, serve una legge delega per riforme complessive che ristrutturino il modello d’esecuzione penale, reingegnerizzino l’architettura del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e riorganizzino il Corpo di polizia penitenziaria. Allora sì, insieme a tutto ciò, l’aggravante prospettata da Ostellari sarà senz’altro utile”, conclude De Fazio.