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Roma, 16 ago.“Il decreto ministeriale che disciplina la nuova distribuzione delle dotazioni organiche per il Corpo di polizia penitenziaria, varato dal Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, il 12 luglio scorso, ma diffuso oggi, ben lungi dal risolvere i problemi carcerari, ne certifica la gravità e ne provocherà degli ulteriori. Con questo provvedimento, che sostituisce quello del 2017, non si fa altro che ripartire le dotazioni di donne e uomini della Polizia penitenziaria fra le varie sedi di servizio, nell’ambito del totale già determinato dalla legge e pari complessivamente a 42.150 unità (più 715 funzionari) a fronte di un fabbisogno quantificato dallo stesso Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria in almeno 54mila unità. Del resto, basti pensare che prima della falcidia provocata dalla nefasta ‘riforma Madia’ gli organici erano fissati in 45.325 unità”.

 Lo dichiara Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria.

A rendere ancora più drammatica la situazione operativa della Polizia penitenziaria nelle carceri, inoltre, è il fatto che si dibatte di numeri virtuali, previsti solo sulla carta. Difatti, le donne e gli uomini del Corpo effettivamente in servizio sono meno di 36mila, con voragini nelle prigioni ed esuberi in molte sedi extrapenitenziarie. Solo per dare un dato, nella mattinata di Ferragosto a sorvegliare oltre 57.750 detenuti negli istituti di pena vi erano meno di 5.000 operatori. A fronte di tutto ciò, con l’attuale decreto si aumenta il numero degli agenti impiegati fuori dalle prigioni e, particolarmente, nelle sedi ministeriali e, come se non bastasse, con un sospetto colpo di spugna, che sa di premeditazione, si cancella il divieto di assegnazioni soprannumerarie che storicamente interessano proprio quegli uffici”, spiega nel dettaglio il Segretario della UILPA Polizia Penitenziaria.

“Non è nostra intenzione buttar via con l’acqua sporca anche il bambino, atteso che la nuova redistribuzione territoriale tiene conto in qualche misura delle mutate esigenze e della diversa geografia penitenziaria rispetto al 2017, ma ciò non toglie che il decreto ministeriale sia comunque sbagliato e destinato a creare ulteriori problemi in un sistema penitenziario allo stato comatoso. Considerate l’ipoacusia del Guardasigilli e le sue idee fantasiose, rivolgiamo nuovamente un ennesimo appello al Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, al Governo e al Parlamento tutto affinché si vari un decreto carceri che consenta cospicue e immediate assunzioni straordinarie nel Corpo di polizia penitenziaria, potenziando adeguatamente organici, equipaggiamento e organizzazione secondo le reali esigenze e non invece cercando di tirare una coperta sempre più corta e spaccata anche al centro” conclude De Fazio.

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