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Roma, 28 nov.  – “Con quella di Reggio Calabria sono tre, in poco più di tre settimane, le inchieste a carico di appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria indagati e sottoposti a misure cautelari con la pesantissima accusa di tortura nei confronti di detenuti. Indagini che si sommano a molte altre sul territorio nazionale, a cominciare da quelle ormai nella fase processuale di Santa Maria Capua Vetere. Ferma restando la presunzione d’innocenza e sperando che gli indagati possano dimostrare la totale correttezza del loro operato, i casi che deflagrano con cadenza ormai settimanale non fanno altro che confermare il naufragio totale del sistema penitenziario, non potendosi certo parlare di eventi isolati o di mele marce nel tentativo di declinare le oggettive responsabilità della politica per anni di malgoverno e abbandono”.

 

         Lo dichiara Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria.

 

“A Reggio Calabria sono sei gli appartenenti alla Polizia penitenziaria – fra i quali il Comandante del Reparto – sottoposti a misure cautelari su richiesta della locale Procura della Repubblica per presunte violenze e tortura ai danni di un detenuto e, incidentalmente, investono lo stesso carcere dove non molto tempo fa l’inchiesta penale ha riguardato, per motivi se si vuole opposti, il Direttore. A questo punto ammonta a qualche centinaio il numero degli agenti sospesi dal servizio con infamanti accuse, con ulteriori problemi per l’operatività, in un circolo vizioso che già vede la mancanza di ben 18mila donne e uomini agli organici del Corpo. E tutto questo mentre il Governo con la manovra di bilancio pensa a ulteriori tagli al personale. Per noi si sta oltrepassando l’assurdo”, spiega il Segretario della UILPA PP.

            “Il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, apra subito un confronto permanente con le Organizzazioni Sindacali rappresentative degli operatori del Corpo di polizia penitenziaria per discutere compiutamente, al di là degli slogan da campagna elettorale cui ancora talvolta si assiste, di riforme, riorganizzazione, risorse umane, equipaggiamenti, strumentazioni, tecnologie e molto altro; in caso contrario il senso di responsabilità che ci pervade, ma che non sembra albergare in coloro che promuovono scelte contrarie all’efficientamento penitenziario, ci indurrà inevitabilmente e nostro malgrado  all’adozione  di  più  forti  e incisive iniziative di  sensibilizzazione”, conclude De Fazio.

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