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Roma, 04 mar.“Due detenuti, uno di origine tunisina e un altro di origine romena, sono evasi oggi pomeriggio dalla Casa Circondariale di Trieste, mentre si trovavano ai passeggi, scavalcando il muro di cinta. Immediatamente sono scattate le ricerche della Polizia penitenziaria e delle altre forze dell’ordine, ma ancora senza esito”.

Lo riferisce Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria.

“Purtroppo – prosegue il Segretario della UILPA PP –, le evasioni non costituiscono più un’eccezione nelle nostre carceri colabrodo, non sufficientemente vigilate per penuria di organici e scarsamente dotate di sistemi tecnologici ed elettronici utili, per esempio, a segnalare i tentativi di scavalcamento delle recinzioni perimetrali. Questo pomeriggio a Trieste pare che il muro di cinta non fosse presidiato e sembra che neppure ai passeggi da cui è avvenuta l’evasione vi fosse l’operatore di Polizia penitenziaria in sorveglianza permanente. In queste condizioni, se non avvengono evasioni di massa, è solo grazie alla grande professionalità e allo spirito di sacrificio degli operatori, ma temiamo che non si potrà resistere a lungo”.

“Nel corso della settimana prossima verosimilmente si insedierà il nuovo Capo del DAP, Carlo Renoldi, il quale erediterà un apparato penitenziario allo sbando, non tanto a causa delle precedenti gestioni, ma soprattutto per l’ancestrale pressapochismo della politica e dei governi rispetto alle tematiche carcerarie. Se vorrà veramente contribuire alla realizzazione del ‘carcere dei diritti’, che anche noi auspichiamo, – argomenta ancora De Fazio – dovrà pretendere il compiuto supporto del Governo e del Parlamento con appositi provvedimenti di natura legislativa. Sovraffollamento detentivo, reclusi con patologie mentali che non dovrebbero stare in carcere, organici della Polizia penitenziaria mancanti di 18mila unità, carenza di operatori sanitari, inefficienza delle strutture, delle infrastrutture e delle tecnologie e insufficienza degli equipaggiamenti non sono tematiche suscettibili di ulteriori rinvii nell’agenda politica”.

“Sopita ogni polemica preventiva sulla nomina, auspichiamo di poterci confrontare presto con Renoldi, anche per comprendere la portata del proprio mandato e soprattutto, se c’è la reale volontà della Ministra della Giustizia, Marta Cartabia, e dell’Esecutivo tutto a intervenire e investire compiutamente sul sistema d’esecuzione penale e, in particolar modo, su quello carcerario” conclude.

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