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ROMA, 22/10/2021“Abbiamo appreso di un’iniziativa che ha visto condurre in gita sulla costiera amalfitana quattro detenuti dell’articolazione psichiatrica del carcere di Napoli Secondigliano e che, pur non conoscendone i dettagli, riteniamo possa certamente essere annoverata fra le azioni positive finalizzate a favorire il reinserimento dei ristretti affetti da patologie mentali. Tuttavia, l’eccezionalità dell’evento e la residualità numerica dei detenuti interessati, rispetto alle centinaia di fatto abbandonati a se stessi, non fanno altro che riproporre un problema immenso e tuttora inaffrontato”. 

            È quanto dichiara Gennarino De Fazio – Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria – a seguito dell’iniziativa del garante regionale dei detenuti della Campania, Samuele Ciambriello, in collaborazione con le volontarie dell’associazione "La Mansarda" e che ha visto accompagnare da volontari e operatori sociosanitari quattro detenuti dell’articolazione psichiatrica del carcere napoletano di Secondigliano in una passeggiata nel borgo di Amalfi, proseguita poi a Minori e a Maiori dov’è stato consumato il pranzo.

         Per De Fazio “iniziative come queste sono una goccia d’acqua in un deserto arido d’interventi e popolato d’inascoltata sofferenza e sostanziale abbandono. Su questi temi, invero, sono la politica e i governi a essere da tempo in gita e a non occuparsi di un problema pesantissimo e a tutti noto. Sono centinaia, difatti, i detenuti affetti da patologie mentali che si trovano in carcere, alcune decine anche sine titulo per carenza di posti nelle residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza, senza ricevere cure appropriate e, in non pochi casi, in strutture prive da mesi del medico psichiatra”. 

         “Questi detenuti-infermi – prosegue il Segretario della UILPA PP – costituiscono oltretutto una delle principali vicissitudini del sistema carcerario, dovendo essere gestiti da operatori di Polizia penitenziaria non formati allo scopo e sui quali finiscono col riversare il proprio disagio, anche con frequenti e gravi aggressioni fisiche. Problemi che non di rado vengono fronteggiati con il trasferimento dei detenuti da un penitenziario all’altro nel vano tentativo di allentare le tensioni; le quali, tuttavia, con una sorta di turn over dei soggetti problematici, inevitabilmente si ripresentano e pure in forma più grave”. 

            “Per questo – conclude De Fazio – invitiamo nuovamente la Ministra Cartabia e il Presidente Draghi, al di là dei proclami, ad affrontare compiutamente e con procedura d’urgenza la questione, se del caso rispolverando la pertinente sezione della proposta emersa dai lavori degli stati generali dell’esecuzione penale e che, per ragioni tutte interne alle diverse coalizioni di governo che se ne occuparono, non trovò posto nella (mini)riforma all’ordinamento penitenziario varata nell’anno 2018”.

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