Comunicato Stampa - ROMA, 22/07/2021 – “Stanno destando una certa attenzione, sebbene non quanto meriterebbero, le immagini diffuse su alcuni media e che mostrano il detenuto Leoluca Bagarella che nel carcere di Sassari, a freddo e senza apparente motivo, sferra un pugno violento sul volto di un appartenente al Corpo di polizia penitenziaria. Tuttavia, casi analoghi e anche molto più gravi si verificano con frequenza superiore a due al giorno nei nostri penitenziari e non solo non esistono o non trapelano le immagini, ma difficilmente vengono riportati dalla cronaca. Lo stesso Bagarella in un’altra circostanza aveva addirittura inflitto dei morsi a un Poliziotto penitenziario. Ecco perché sono necessari videosorveglianza, body-cam e relativi protocolli di utilizzo”.
Lo dichiara Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria, commentando il video diffuso da L’Espresso – poi ripreso da altre testate – e documentante l’aggressione di Leoluca Bagarella, detenuto al 41-bis, nei confronti di un operatore della Polizia penitenziaria.
“Solo nel primo semestre di quest’anno – continua De Fazio –, sono state ben 397 le aggressioni subite dalla Polizia penitenziaria a opera di detenuti, a tener conto solo di quelle più gravi, e il fenomeno è in costante espansione. Lo abbiamo ripetuto decine di volte, bisogna assolutamente fermare la violenza e, oltre alle ormai indispensabili e annunciate riforme complessive, occorre intervenire sugli organici, gli equipaggiamenti e le dotazioni tecnologiche del Corpo di polizia penitenziaria, ma anche correggere il modello custodiale e ripensare le modalità di gestione dei detenuti infermi di mente”.
“Nel caso di Bagarella – argomenta ancora il Segretario della UILPA PP –, oltre alla vile aggressione, viene ulteriormente documentata la capacità operativa, la freddezza e la lucidità della Polizia penitenziaria che, giustamente, si è limitata a frenare l’evento ed è riuscita a contenere immediatamente il detenuto anche perché all’interno del regime speciale del 41-bis. Invitiamo però l’opinione pubblica a immaginare la scena quando le aggressioni si verificano in sezioni con decine di detenuti aperti e l’Agente è uno solo, a mani nude e senza alcun dispositivo di protezione individuale o di dissuasione”.
“Dopo le parole del Presidente Draghi e quelle, ancora di ieri, della Ministra Cartabia – conclude De Fazio –, adesso serve coerenza, concretezza ed efficacia; la Ministra convochi le Organizzazioni Sindacali ai tavoli tematici annunciati e si proceda a oltranza, aspettare ancora sarebbe deleterio e irrazionale”.