Comunicato stampa del 16 luglio 2021 - Carceri: De Fazio (UILPA PP), ci mancavano gli “anonimi” ad avvelenare i pozzi!
ROMA, 16/07/2021 – “Il Riformista di oggi, in un articolo a pagina 4, riporta i contenuti di una lettera anonima che appaiono a tratti surreali e palesemente inesatti. A dimostrare plasticamente la distanza, non solo dal mondo carcerario, ma anche dall’intera pubblica amministrazione degli autori dello scritto riportato da Il Riformista, basterebbe evidenziare che per legge, dal lontano 1993, non possono far parte dei consigli di amministrazione in capo a tutta la PA componenti designati dalle organizzazioni sindacali e che il solo incarico in seno agli organismi statutari dei sindacati costituisce causa di incompatibilità.
Lo afferma Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria, in merito all’articolo apparso stamani sul quotidiano Il Riformista dal titolo “QUALCOSA CHE SAPPIAMO SU GOM, SINDACATI E SOPRUSI IN CARCERE”.
“La UILPA Polizia Penitenziaria – continua De Fazio –, che è sindacato di settore della UIL Pubblica Amministrazione, a sua volta Categoria della UIL, è fra i sindacati più rappresentativi del Corpo di polizia penitenziaria (il terzo su otto) e in piena attività nelle sedi istituzionali, sui luoghi di lavoro e ovunque occorra; segno tangibile di altra grave congettura, secondo la quale «le organizzazioni sindacali storiche da tempo hanno lasciato in buona parte campo libero ad altre politiche»”.
“Altre gratuite accuse, non meritano neanche smentita, senza peraltro voler in alcun modo neppure attenuare le profonde disfunzionalità del sistema penitenziario e di esecuzione penale e ogni degenerazione che da esse possa derivare e che proprio noi, al contrario, denunciamo da tempo. La UILPA Polizia Penitenziaria, su questi temi, è pronta peraltro a confrontarsi serenamente e con chiunque voglia farlo a viso aperto. Di certo – conclude il Segretario della UILPA PP – non siamo disposti a farlo con anonimi, il cui unico obiettivo pare essere quello di avvelenare pozzi già di per sé molto inquinati, piuttosto che mirare alla loro purificazione”.