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ROMA 04/07/2021 “Dopo i raccapriccianti fatti di Santa Maria Capua Vetere, si susseguono gli striscioni e i comunicati diffusi anche da frange eversive e inneggianti all’odio verso il Corpo di polizia penitenziaria e suoi singoli appartenenti. Il clima è sempre più pesante e pericoloso. Per questo ci rivolgiamo alla parte buona della società, alla politica e al Governo chiedendo di creare un cordone di solidarietà e protezione intorno alla Polizia penitenziaria, che rimane una forza di polizia sana e indispensabile per l’ordine democratico e la sicurezza dei cittadini. La storia del nostro Paese insegna, nostro malgrado, che quando si è isolati si è fortemente esposti agli attacchi della criminalità, che non di rado colpisce mortalmente”.

Questo il commento di Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria, in merito agli striscioni e ai comunicati che inneggiano all’odio e all’isolamento delle “guardie carcerarie” e dei “secondini”, come in maniera dispregiativa vengono definiti gli appartenenti alla Polizia penitenziaria.

De Fazio prosegue: “in questi giorni si parla molto di carcere, ma ancora una volta temiamo che lo si faccia in modo sbagliato, più per una contesa politica e mirando, magari, a modificare gli equilibri interni alla maggioranza di governo e alla prossima campagna elettorale, piuttosto che all’organica risoluzione dei problemi che attanagliano l’esecuzione penale del nostro Paese. A Santa Maria Capua Vetere sono stati commessi errori gravissimi, che vanno indagati sino in fondo e perseguiti. Chi ha sbagliato deve assumersene ogni responsabilità, pure per i rischi a cui sta esponendo le 37mila donne e uomini della Polizia penitenziaria che ogni giorno adempiono fedelmente e con abnegazione al loro dovere. Anche in questo caso, però, non devono prevalere sentimenti di vendetta, ma vanno individuate le cause e i mali del sistema, che – non si dimentichi – la politica e i governi hanno ingenerato e mantenuto”.

“Ne stiamo sentendo e leggendo tante, da chi invoca pene severe o esemplari, come se le pene non dovessero essere sempre e in ogni caso solo e semplicemente giuste ed equilibrate, a chi discetta in merito al fatto che non sarebbero stati picchiati i ‘camorristi’, quasi come se nell’usare violenza verso appartenenti alla criminalità organizzata o nei confronti di delinquenti comuni ci possa essere differenza, come se la violenza non sia sempre tale e non vada condannata a prescindere. Ci appelliamo alle persone sagge, la quasi totalità, – conclude il segretario della UILPA PP –, affinché la discussione ritorni nei canoni appropriati e affinché facciano sentire la loro vicinanza al Corpo di polizia penitenziaria, dopo il duro colpo che gli è stato inferto da suoi stessi componenti”

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