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          ROMA, 02/07/2021“Ora la politica scopre le falle nella linea di comando delle carceri, ma dov’era quando denunciavamo l’irrazionalità di un’organizzazione che contempla ben sei dirigenze, cinque delle quali in carriere separate, cui si aggiungono i numerosi magistrati fuori ruolo?” 

         A porre l’interrogativo, alludendo a quanto emergerebbe dalle indagini per i fatti accaduti presso il carcere di Santa Maria Capua Vetere e in evidente polemica con il mondo politico, è ancora una volta Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria.

         De Fazio argomenta: “nell’amministrazione penitenziaria, considerando dipartimento dell’amministrazione penitenziaria e dipartimento per la giustizia minorile e di comunità, convivono tre dirigenze, al loro volta articolate al loro interno tanto da risultare sei, con tre discipline diverse e che non di rado si contrappongono anche contendendosi le prerogative, salvo poi declinare le responsabilità quando si verificano i problemi che, come si sa, nelle carceri non sono affatto rari”.

         “Del resto – prosegue il Segretario della UILPA Polizia Penitenziaria –, è bastata una direttiva dell’allora Capo della Polizia Gabrielli, nel gennaio scorso, proprio in merito alle ‘Linee guida per la Pianificazione provinciale degli interventi a seguito di manifestazioni di protesta e disordini negli Istituti penitenziari’, per scatenare una sorta di guerra di tutti contro tutti, fra alcune di quelle dirigenze, con reciproche accuse e recriminazioni”. 

         “Per questo, lo ripetiamo al Sottosegretario Sisto, alla Ministra Cartabia, al Presidente Draghi e alla politica tutta: bene le misure immediate, ma è necessario mettere parallelamente in campo riforme complessive che ripensino l’esecuzione penale, rifondino l’amministrazione penitenziaria e ridisegnino l’architettura del Corpo di polizia penitenziaria riordinando la dirigenza. Senza di ciò – conclude De Fazio – sarebbero solo palliativi utili forse a superare il momento, ma non certamente a migliorare le carceri e a condurre a soluzione i problemi”.

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