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ULTIM’ORA dell ‘ 8 ottobre  2010

La terza gamba e il terzo tavolo

Da qualche settimana all’interno della maggioranza che sostiene l’attuale governo è nata la “terza gamba”. Per non essere da meno all’interno del panorama sindacale della polpen , da qualche giorno, è nato il “terzo tavolo”.

A parte la facile battuta, riteniamo che la frattura determinatasi all’interno del “cartello” sindacale della polizia penitenziaria sia degna di considerazioni e valutazioni.

Francamente non crediamo che le motivazioni reali della rottura tra SAPPE e le altre OO.SS. siano da ricondursi esclusivamente alla trattativa sul FESI. A nostro avviso, sono anche altre le ragioni che hanno portato all’ “espulsione “ del SAPPE dal cartello.

Comunque, non avendo potuto leggere comunicati sulla vicenda,  le nostre sono solo deduzioni.

Noi crediamo che il FESI non c’entri nulla. Molto ma molto di più c’entra la disgustosa vicenda dell’ANPPE , che ricordiamo essere pur sempre un’associazione della galassia sappiana e il cui presidente è anche il segretario generale del sindacato di via Trionfale.

Aver concesso, da parte del Capo del DAP e del Ministro, ciò che è stato concesso all’ANPPE ci tange molto da lontano. Tant’è che non abbiamo voluto metter becco sulla vicenda, convinti come siamo che ci sono sempre le AA.GG. cui rivolgersi per i dovuti accertamenti. Ed è ciò che faremo se dovessimo rilevare che le sedi dell’ANPPE (mantenute a spese dell’Amministrazione) dovessero rivelarsi sedi (mascherate) di qualche O.S.  Ma non abbiamo voluto metter becco nella questione anche per un’altra semplice ragione : lo stato in cui versa l’Amministrazione e i problemi che seppelliscono il personale sono talmente gravi che non ci si può distrarre su questioni di secondo piano (come noi riteniamo sia la vicenda ANPPE).

E’ chiaro che non intendiamo formulare alcun giudizio sulle determinazioni di CGIL-CISL-OSAPP-UGL e CNPP. Hanno deciso  in piena autonomia , e legittimamente, di rompere con il SAPPE.

Questo per noi è un segnale chiaro ed inequivocabile del declino di chi ha, supponentemente, pensato di poter esercitare autoritariamente una leadership avocando a se anche la voce ed il pensiero di altri. Noi lo abbiamo compreso in tempo utile e per non aver riconosciuto, ne concesso, tale leadership fummo espulsi. Altro che minuto di silenzio a Bologna non concordato,  tributato  in ricordo di un nostro dirigente sindacale vittima della follia omicida  di un Ispettore.

Aver costretto all’angolo il sindacato più rappresentativo ( forse è meglio dire con più  iscritti) è un fatto politico di elevata portata. Allora possiamo immaginare che oltre alla questione ANPPE nell’espulsione del SAPPE trovi posto anche quella che noi abbiamo definito la bulimia delle tessere .

Aggregare il consenso  è una delle prerogative (vitali)  per un’O.S.  Eppure c’è un limite a tutto.

Passino  le trabordanti comunicazioni demagogiche intrise di retorica propagandistica; l’egocentrismo esasperato imbevuto nell’ alterigia ; la convinta presunzione di essere gli unici ed i migliori. Passi persino   l’ambizione ad occupare uno spazio nella storia.

Ma imparino a guardare il trave nel proprio occhio, piuttosto che la pagliuzza nell’occhio altrui.

E’ fastidiosamente insopportabile dover prendere atto che mentre qualcuno si affanna  a condannare (verbalmente) gli  inciuci nello stesso tempo frequenti le stanze del terzo piano  con liste di proscrizione intimando  ( e qui Totò avrebbe fatto un pernacchione) il rientro di alcuni e il distacco per taluni, per non parlare dei trasferimenti 104 per nonnini e nonnine ….

Questo sì che è far sindacato …….

Ma per noi “cespuglietto” le vere questioni da affrontare sono le questioni quotidiane che attanagliano il personale  : straordinari e missioni non pagate; riposi e ferie non godute; carichi di lavoro insopportabilmente gravosi; nuove strutture che si aprono senza il personale; diritti non riconosciuti e non concessi; organici deficienti. E continuiamo a pensare che fare il portaborse, il portaborracce, il cameriere, lo stira cravatte , l’acchiappamosche nei palazzi romani sia una offesa ai sacrifici, al martirio, dei tanti che lavorano nelle degradate e puzzolenti sezioni detentive. E’ ora di metterci mano ?

A.A.A.A.A.A. Cercasi sindacati con cui fare questa battaglia comune

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