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Scarica qui il comunicato stampa - ROMA, 12 febbraio 2019. – Abbiamo appena appreso della rocambolesca evasione di un detenuto, sembra di origine rumena, dal perimetro del Tribunale di Brescia, ove era stato tradotto per un’udienza. Il fatto, dalle primissime e frammentarie notizie che pervengono, è avvenuto circa un’ora fa.

Lo riferisce Gennarino De Fazio, della UILPA Polizia Penitenziaria nazionale, che spiega: “da quanto si apprende in questa fase convulsa, pare fosse in corso la traduzione di due detenuti presso il Tribunale di Brescia per un’udienza – sembra – connessa ad una procedura di estradizione. Uno dei due, all’esterno del Tribunale, si sarebbe divincolato dal personale della Polizia penitenziaria che lo scortava facendo perdere le sue tracce. Sono immediatamente scattate le ricerche ad opera della stessa Polizia penitenziaria e delle altre forze dell’ordine”.

“Dopo i fatti di Trento, Lucca, Bollate, Torino, Salerno e Ariano Irpino, solo per citarne alcuni, l’evento odierno si colloca, evidentemente, in una sequela continua di accadimenti che mettono ancora una volta palesemente a nudo la crisi del sistema penitenziario e dell’esecuzione penale del Paese e che, specie per un Governo che almeno a parole fa della sicurezza uno dei suoi principali baluardi, richiede interventi strategici, straordinari e immediati. Non è possibile infatti – chiosa De Fazio – che il ministro Bonafede e l’Esecutivo nel suo complesso continuino ad assistere in maniera pressoché inerte allo sfascio penitenziario, che si traduce in enormi rischi per la collettività e, naturalmente, per le donne e gli uomini della Polizia penitenziaria che sono esposti, oltre che come cittadini, anche quali operatori di un sistema ormai al tracollo loro malgrado”.

“Esortiamo nuovamente – conclude l’esponente della UILPA PP – il Ministro Bonafede a costituire una sorta di ‘unità di crisi’ con l’obiettivo di concepire provvedimenti immediati, concreti e tangibili che favoriscano la messa in sicurezza del sistema penitenziario a carattere emergenziale, quale conditio sine qua non per una ristrutturazione compiuta dei processi, in grado di invertire la tendenza e con l’obiettivo di restituire dignità alle condizioni di lavoro della Polizia penitenziaria, civiltà alla detenzione e sicurezza al Paese, nonché ad aprire parallelamente un tavolo di confronto permanente fra il vertice politico, le Amministrazioni (DAP e DGMC) e le Organizzazioni Sindacali rappresentative”.

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