Roma, 18 Mag. – “Che un nostro connazionale, sebbene condannato per gravissimo reato, possa scontare nel paese d’origine la pena che gli è stata legittimamente inflitta è senza dubbio un fatto positivo e ne va dato merito a chi lo ha reso possibile. Ci chiediamo, tuttavia, a quanto ammontino le spese dell’operazione e soprattutto chi se ne farà carico visto che alla Polizia penitenziaria, che ha già preso in custodia Chico Forti, non viene pagato il lavoro straordinario”.
Lo dichiara Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria.
“Nel 2023 gli appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria, in sottorganico di 18mila unità, hanno espletato oltre 9milioni di ore di lavoro straordinario, ma per incapienza di fondi meno di 8milioni di queste sono state liquidate. Non solo, ma il lavoro straordinario viene pagato meno di quello ordinario e per aumentarne gli importi si chiede agli operatori di autofinanziarselo rinunciando all’adeguamento dello stipendio. Una situazione paradossale che non esitiamo a definire caporalato di stato, come abbiamo detto anche al Ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, il 24 aprile all’apertura della trattativa per il rinnovo del CCNL scaduto da tre anni e per la quale i fondi stanziati sono meno di un terzo di quelli necessari”, aggiunge il Segretario della UILPA Polizia Penitenziaria.
“Del resto, la stessa premier, Giorgia Meloni, nella conferenza stampa di presentazione della legge di bilancio dell’ottobre scorso disse che il lavoro straordinario di un poliziotto non può essere pagato poco più di 6 euro l’ora, meno cioè della paga di un collaboratore domestico (in disparte ogni considerazione sull’inadeguatezza retributiva dei collaboratori domestici). Allora non vorremmo che i soldi pubblici pagati dai cittadini onesti e prevalentemente lavoratori dipendenti fossero destinati a operazioni come il rientro in Italia di Chico Forti, anziché, per esempio, ai rinnovi contrattuali, alla sanità, alla scuola, etc.” conclude De Fazio.