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Una delegazione della UIL PA Polizia Penitenziaria, in data 1/3/2016 ha effettuato una visita all’interno dell’istituto indicato in oggetto al fine di effettuare un sopralluogo sui luoghi e negli ambienti di lavoro destinati al personale di Polizia Penitenziaria. Giunti nell’istituto abbiamo potuto apprezzare la disponibilità e l’ospitalità del Vice Direttore, Dr.ssa Cesira Rinaldi, del Comandante di Reparto e dei funzionari in servizio.

Nel breve colloquio intercorso prima di effettuare la visita abbiamo avuto modo di acquisire i dati relativi al personale e di sentire dalla viva voce dei diretti interessati le preoccupazioni legate alla carenza d’organico e ai tagli che la pianta organica ha subito nel corso degli anni (358 nel 2001 - 288 nel 2014 e 281 ultima proposta del PRAP).    

Attualmente la forza amministrata dall’istituto è di 241 unità, quelle presenti sono 213 alle quali vanno sottratte 23 unità distaccate presso il nucleo traduzioni. Il saldo distaccati in/out è meno 5 unità.

Di fatto, quindi, all’interno di un istituto penitenziario che conta la presenza di 481 detenuti il servizio è garantito da 185 unità di polizia penitenziaria con un rapporto agenti/detenuti assolutamente inadeguato.   

L’istituto presenta diverse tipologie di detenuti (comuni – A.S. – protetti) e differenti modelli di custodia (ordinaria, aperti e semiliberi) che evidentemente impongono un modello organizzativo polifunzionale.

All’ingresso il block - house si presenta come locale inadeguato e l’assenza di servizi igienici costringe il personale a chiedere e attendere il cambio per poi fruire dei bagni nei pressi del bar. L’attuale posizionamento della garitta rende difficile il riconoscimento dei conducenti dei mezzi, difetto che potrebbe essere risolto realizzando una nuova garitta con i crismi del caso e una sbarra all’interno del cancello d’ingresso, comandata automaticamente, che consenta di bloccare i mezzi ed effettuare le verifiche del caso.

Il muro di cinta e le garitte hanno senza dubbio necessità di un adeguato intervento al fine di ripristinare condizioni accettabili nella postazione di servizio, a partire dal climatizzatore che con l’approssimarsi della stagione calda è uno strumento indispensabile per garantire idonee condizioni di lavoro.

Durante il giro all’interno dell’istituto abbiamo riscontrato una pessima condizione strutturale, infiltrazioni diffuse in diverse aree dell’istituto provenienti dalle terrazze sovrastanti e dalle colonnine degli scarichi, muri in cui a causa della corrosione spuntano i ferri del cemento armato, bagni destinati al personale in precarie condizioni di igiene e salubrità dove, in qualche caso (sezione piano terra e colloqui), il personale è costretto ad usare una bacinella perché gli scarichi non funzionano.

Tutti gli sforzi profusi per rendere accettabili le condizioni di igiene e salubrità degli ambienti di lavoro, ma anche detentivi, purtroppo contrastano con le muffe presenti e con le polveri provenienti dai muri scrostati.

La portineria si presenta come locale angusto e privo di areazione, da dove sono stati rimossi, perché guasti, i monitor che consentivano il controllo a distanza. L’installazione di nuovi monitor consentirebbe di elevare gli standard di sicurezza del servizio in quanto attraverso di essi si potrebbero riconoscere preventivamente coloro che suonano per uscire dall’istituto.

La cucina detenuti presenta una postazione del personale priva di adeguata areazione, ragione per cui l’installazione di un climatizzatore consentirebbe di mantenere all’interno del locale un adeguato microclima. Identico il problema del sopravvitto dove non si tratterebbe di installare un climatizzatore ma di effettuare un intervento di manutenzione a quello che c’è.

Apprezzabili i lavori di realizzazione dei box per il personale di Polizia Penitenziaria che la Direzione sta realizzando, in economia, sui piani detentivi che consentono e/o consentiranno migliori condizioni di lavoro appunto nei reparti detentivi.

Un aspetto da porre in evidenza è sicuramente quello dell’automazione dei cancelli, praticamente inesistente, utili senza dubbio a razionalizzare l’impiego del personale e sgravarne i carichi di lavoro, soprattutto nei piani detentivi e all’ingresso blocchi.

Nel corso della visita abbiamo saputo che sono stati finanziati i lavori per il rifacimento delle docce e di alcune celle oggi inagibili e che un sopralluogo dell’ufficio tecnico del Provveditorato Regionale ha quantificato in 3,5milioni il fabbisogno utile al rifacimento della copertura dei tetti.

Ragione per cui è facile immaginare che se venissero realizzati i lavori di rifacimento delle docce e delle celle, senza prima aver sistemato i tetti la conseguenza sarebbe quella che a distanza di poco tempo tutto tornerebbe come e forse anche peggio di prima e l’unica cosa certa diventerebbe lo sperpero di denaro pubblico.

Altro aspetto da porre in rilievo è quello che tutti gli ambienti di lavoro all’interno dell’istituto presentano arredi assolutamente inadeguati in quanto vecchi e privi della dovuta ergonomia, inadeguati dal punto di vista della postura. Il cablaggio dei cavi delle apparecchiature e gli impianti elettrici in generale non sembrano rispettare le previsioni normative in materia.

Unica nota “stonata” è quella delle sale colloqui che sono l’esatto esempio di ciò che si dovrebbe fare per l’intero istituto. Arredi dignitosi, colori degli ambienti caldi e accoglienti, presenza di climatizzatori e spazi arieggiati e luminosi.

L’istituto è privo di nucleo traduzioni in quanto presente presso la casa circondariale di Siracusa, tuttavia l’assenza di un mezzo di trasporto idoneo limita anche la possibilità di effettuare accompagnamenti urgenti in ospedale creando non pochi problemi nella gestione di tali servizi. L’auspicio quindi è che si voglia dotare l’istituto di almeno un mezzo utile allo scopo.   

La struttura pare sia stata realizzata su un terreno paludoso e questo, unito a perdite provenienti dagli impianti idrici, determina la penetrazione di acqua nel sottosuolo dell’istituto fino a raggiungere il primo livello delle scale.      

L’acqua stagnante e forse anche le perdite idriche determinano la presenza di odori nauseabondi e il proliferare di blatte e insetti di ogni genere. Pur essendo a febbraio erano numerose e visibili le zanzare lungo le scale, utilizzate da quel personale che riferisce quanto nei periodi caldi sia umanamente impossibile resistere agli odori e alle punture degli insetti che nemmeno le disinfestazioni periodiche riescono a debellare. L’umidità degli ambienti si percepisce a pelle.   

La presenza, infine, di puntelli e di pantano nei sotterranei dell’istituto induce una certa preoccupazione rispetto alla stabilità e alla solidità della struttura.   

Ultimo aspetto da segnalare è quello legato alla fornitura idrica dell’istituto che riferiscono essere diversa a seconda delle perdite delle condutture che, non si sa come, mutano a seconda del periodo dell’anno e degli anni stessi.  

Morale della favola da sempre in istituto si impiegano due unità di Polizia Penitenziaria (mattino e pomeriggio) alla guida di autobotti che fanno avanti e indietro per riempire le cisterne dell’istituto di acqua.   

Inutile dire che la realizzazione di cisterne interrate di adeguata capacità in prossimità dell’istituto consentirebbe un adeguato approvvigionamento utile ad evitare il predetto andirivieni e, alla lunga, permettere anche un certo risparmio di denaro pubblico.   

Premesso quanto sopra si chiede ai vertici del DAP quali provvedimenti si intendono adottare al fine di risolvere le questioni rappresentate.    

Al Provveditorato Regionale si chiede di adoperarsi affinché la pianta organica dell’istituto abbia un rapporto agenti/detenuti in linea con quello degli altri istituti della Regione e i lavori di rifacimento dei tetti sia inserito tra le priorità di interventi da finanziare.

Al VISAG nazionale e regionale e all’ ASP di Siracusa, si chiede di avviare per quanto di competenza tutte le procedure di verifica della sorveglianza sanitaria a favore del personale di Polizia Penitenziaria, di rispetto delle norme di igiene e salubrità degli ambienti di lavoro e dell’istituto, di rispetto delle norme di sicurezza degli impianti e delle attrezzature, nonché di avviare le iniziative utili a verificare la stabilità e la solidità di una struttura che, è bene sottolinearlo, insiste in una zona sismica.

Nostra nota n. 8207
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