D.P.R. 5 giugno 1990, n. 147 (1).
Regolamento per il recepimento delle norme risultanti dalla disciplina prevista
dall'accordo del 22
dicembre 1989 concernente il personale della Polizia di Stato (2).
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Visto l'art. 87 della Costituzione;
Vista la legge 10 aprile 1981, n. 121;
Vista la legge 24 novembre 1981, n. 675;
Visti i decreti del Presidente della Repubblica 24 aprile 1982, numeri 335, 336,
337 e 338;
Vista la legge 12 agosto 1982, n. 569;
Vista la legge 10 ottobre 1986, n. 668;
Visto il decreto-legge 21 settembre 1987, n. 387, convertito, con modificazioni,
dalla legge 20
novembre 1987, n. 472;
Visti i decreti del Presidente della Repubblica 27 marzo 1984, n. 69, 10 aprile
1987, n. 150, e 23
giugno 1988, n. 234;
Visto il decreto del Ministro per la funzione pubblica in data 3 agosto 1989,
pubblicato nella
Gazzetta Ufficiale n. 184 dell'8 agosto 1989, che ha designato i componenti
delle delegazioni trattanti
l'accordo sindacale del personale della Polizia di Stato;
Visto l'accordo raggiunto in data 22 dicembre 1989 tra la delegazione
governativa e sindacati di
polizia S.I.U.L.P. (Sindacato italiano unitario lavoratori Polizia), S.A.P.
(Sindacato autonomo Polizia),
S.I.A.A.P. (Sindacato italiano agenti assistenti Polizia), A.N.F.P.
(Associazione nazionale funzionari
di Polizia) - quest'ultima, con riserva dell'esito finale del giudizio pendente
- ai sensi dell'art. 95, primo
comma, della legge 10 aprile 1981, n. 121;
Udito il parere del Consiglio di Stato, espresso nell'adunanza generale del 26
febbraio 1990;
Visto il decreto-legge 1° giugno 1990, n. 127, recante copertura delle spese
derivanti
dall'applicazione dell'accordo per il triennio 1988-1990 relativo al personale
della Polizia di Stato ed
estensione agli altri Corpi di polizia;
Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 9
marzo 1990;
Sulla proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, di concerto con i
Ministri dell'interno, del
tesoro, del bilancio e della programmazione economica e per la funzione
pubblica;
Emana il seguente regolamento:
1. Area di applicazione e durata. - 1. Il presente
regolamento si applica al personale dei ruoli della
Polizia di Stato esclusi i dirigenti.
2. Il presente regolamento si riferisce al periodo 1° gennaio 1988-31 dicembre
1990. Gli effetti
economici decorrono dal 1° luglio 1988, fatte salve le diverse decorrenze
espressamente previste nei
successivi articoli per particolari istituti contrattuali.
2. Nuovi stipendi (2/a). - 1. I valori stipendiali annui
lordi di cui all'art. 2 del decreto del Presidente
della Repubblica 10 aprile 1987, n. 150 (2/b), comprensivi del conglobamento di
L. 1.081.000 di cui
all'art. 2, comma 12, del decreto-legge 21 settembre 1987, n. 387 (3),
convertito, con modificazioni,
dalla legge 20 novembre 1987, n. 472, a regime sono:
Livello IV . . . . . . . . . . . . . . . . . . L. 9.031.000 » V . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 10.081.000 » VI . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 11.331.000 » VI-bis . . . . . . . . . . . . . . . . . » 12.331.000 » VII . . . . . . . . . . . . . . . . . » 13.331.000 » VIII . . . . . . . . . . . . . . . . . » 15.531.000 » VIII-bis (2/a) . . . . . . . . . . . . . » 17.084.000
2. Gli aumenti stipendiali annui lordi derivanti
dall'applicazione dei nuovi trattamenti di cui al comma
1 sono attribuiti con decorrenza 1° luglio 1990.
3. Dal 1° luglio 1988 al 30 settembre 1989 competono i seguenti aumenti
stipendiali annui lordi:
Livello IV . . . . . . . . . . . . . . . . . . L. 310.000 » V . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 354.600 » VI . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 385.600 » VI-bis . . . . . . . . . . . . . . . . » 436.100 » VII . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 486.600 » VIII . . . . . . . . . . . . . . . . . » 512.000 » VIII-bis (2/a) . . . . . . . . . . . . » 563.200
4. Dal 1° ottobre 1989 al 30 giugno 1990 competono i
seguenti aumenti stipendiali annui lordi:
Livello IV . . . . . . . . . . . . . . . . . . . L. 1.459.000 » V . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 1.668.600 » VI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 1.815.200 » VI-bis . . . . . . . . . . . . . . . . . » 2.052.850 » VII. . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 2.290.500 » VIII . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 2.410.000 » VIII-bis (2/a) . . . . . . . . . . . . . » 2.715.500
5. Dal 1° luglio 1990 al 31 dicembre 1990 competono i
seguenti aumenti stipendiali annui lordi:
Livello IV . . . . . . . . . . . . . . . . . . . L. 2.450.000 » V . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 2.800.000 » VI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 3.050.000 » VI-bis . . . . . . . . . . . . . . . . . » 3.450.000 » VII . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 3.850.000 » VIII . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 4.050.000 » VIII-bis (4) . . . . . . . . . . . . . . » 4.563.000
6. Ciascuno degli aumenti di cui ai commi 3 e 4 ha effetto
fino alla data del conseguimento di quello
successivo (4/a).
3. Retribuzione individuale di anzianità. - 1. A decorrere
dal 1° gennaio 1989, per tutto il personale
che abbia prestato servizio nel periodo 1° gennaio 1987-31 gennaio 1988 la
retribuzione individuale di
anzianità è incrementata dei seguenti importi annui lordi:
Livello IV . . . . . . . . . . . . . . . . . . . L. 264.000 » V . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 288.000 » VI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 330.000 » VI-bis . . . . . . . . . . . . . . . . . » 357.000 » VII . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 384.000 » VIII . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 462.000 » VIII-bis (4) . . . . . . . . . . . . . . » 508.200
2. Al personale assunto in una data intermedia tra il 1°
gennaio 1987 ed il 31 dicembre 1988 detto
importo è corrisposto in proporzione ai mesi di servizio prestato.
3. Gli importi di cui ai commi 1 e 2 riassorbono, a far data dal 1° gennaio
1989, le anticipazioni
corrisposte al medesimo titolo e liquidate ai sensi dell'art. 3 del decreto del
Presidente della Repubblica
10 aprile 1987, n. 150 (4/b), integrato dall'art. 2, comma 22, del decreto-legge
21 settembre 1987, n.
387 (4/c), convertito, con modificazioni, dalla legge 20 novembre 1987, n. 472.
(Giurisprudenza)
4. Effetti dei nuovi stipendi. - 1. Le nuove misure degli
stipendi risultanti dall'applicazione del
presente regolamento hanno effetto sulla tredicesima mensilità, sul trattamento
ordinario di quiescenza,
normale e privilegiato, sulle indennità di buonuscita e di licenziamento,
sull'assegno alimentare previsto
dall'art. 82 del testo unico delle disposizioni concernenti lo statuto degli
impiegati civili dello Stato,
approvato con decreto del Presidente della Repubblica 10 gennaio 1957, n. 3 (5),
o da disposizioni
analoghe, sull'equo indennizzo, sulle ritenute previdenziali ed assistenziali e
relativi contributi, compresi
la ritenuta in conto entrata Tesoro, o altre analoghe, ed i contributi di
riscatto, nonché sulla
determinazione degli importi dovuti per indennità integrativa speciale.
2. I benefici economici risultanti dall'applicazione del presente regolamento
sono corrisposti
integralmente, alle scadenze e nelle percentuali previste dal medesimo
regolamento, al personale
comunque cessato dal servizio, con diritto a pensione, nel periodo di vigenza
contrattuale.
3. Ai fini della corresponsione dei nuovi stipendi derivanti dall'applicazione
del presente
regolamento si applica l'art. 172 della legge 11 luglio 1980, n. 312 (5).
4. Gli aumenti stipendiali di cui all'art. 2 hanno effetto sulla determinazione
delle misure orarie del
compenso per lavoro straordinario, a decorrere dal primo giorno del mese
successivo a quello della
data di entrata in vigore del presente regolamento.
5. Assegno funzionale. - 1. Le misure dell'assegno funzionale
pensionabile di cui all'art. 6 del
decreto-legge 21 settembre 1987, n. 387 (4/c), convertito, con modificazioni,
dalla legge 20 novembre
1987, n. 472, sono rideterminate, a decorrere dal 1° gennaio 1990, nei seguenti
importi annui lordi:
+--------------------------------------------------------------+ | | 19 anni | 29 anni | | Qualifiche | di servizio | di servizio | | | lire | lire | |------------------------------|---------------|---------------| |Ruolo degli agenti e assisten-| | | | ti . . . . . . . . . . . . .| 1.300.000 | 1.700.000 | |Ruolo dei sovrintendenti e| | | | ruolo degli ispettori. . . .| 1.700.000 | 2.500.000 |
2. Per il personale del ruolo dei commissari o qualifiche
equiparate della Polizia di Stato,
proveniente da ruoli inferiori, le misure dell'assegno di cui al comma 1, a
decorrere dal 1° gennaio
1990, sono rideterminate nei seguenti importi annui lordi:
+--------------------------------------------------------------+ | | 19 anni | 29 anni | | Qualifiche | di servizio | di servizio | | | lire | lire | |------------------------------|--------------|----------------| |Vice commissario e commissario| 2.100.000 | 2.700.000 | |Commissario capo . . . . . . .| 2.800.000 | 4.500.000 | |Vice questore aggiunto . . . .| 3.200.000 | 4.500.000 (5/a)|
6. Indennità pensionabile. - 1. L'indennità prevista
all'art. 5 del decreto del Presidente della
Repubblica 27 marzo 1984, n. 69 (6), modificato dall'art. 6 del decreto del
Presidente della Repubblica
10 aprile 1987, n. 150 (4/b), è incrementata, rispetto alle misure vigenti al
30 giugno 1988:
a) del cinque per cento a decorrere dal 1° luglio 1989;
b) del nove per cento, ivi compreso il precedente incremento, a decorrere dal
1° gennaio 1990;
c) del venti per cento, ivi compresi i precedenti incrementi, a decorrere dal
1° maggio 1990.
2. A decorrere dal 1° maggio 1990, l'autonoma maggiorazione di stipendio
prevista dall'art. 2,
comma 3, del decreto del Presidente della Repubblica 10 aprile 1987, n. 150
(4/b), è soppressa.
7. Indennità di rischio da radiazioni. - 1. Al personale
medico e tecnico, sottoposto in continuità
all'azione di sostanze ionizzanti o adibito ad apparecchiature radiologiche in
maniera permanente, è
corrisposta un'indennità di rischio da radiazioni nella misura unica mensile
lorda di lire duecentomila.
2. La suddetta indennità spetta al personale sopra specificato tenuto a
prestare la propria opera in
zone controllate, ai sensi della circolare del Ministero della sanità n. 144
del 4 settembre 1971, e
sempreché il rischio da radiazioni abbia carattere professionale, nel senso che
non sia possibile
esercitare l'attività senza sottoporsi al relativo rischio.
3. Al personale non compreso nel comma 1 e che sia esposto a rischio in modo
discontinuo,
temporaneo o a rotazione, in quanto adibito normalmente o prevalentemente a
funzioni diverse da
quelle svolte dal personale indicato nel medesimo comma, è corrisposta
un'indennità di rischio lorda di
lire cinquantamila. L'individuazione del predetto personale va effettuata da
apposita commissione,
composta da almeno tre esperti qualificati della materia, anche esterni
all'amministrazione, nominata dal
capo del personale dell'amministrazione interessata; tale commissione, ove
necessario per
corrispondere a particolari esigenze, può essere articolata anche
territorialmente.
4. L'indennità di rischio da radiazioni di cui al presente articolo non è
cumulabile con l'indennità di
cui al decreto del Presidente della Repubblica 5 maggio 1975, n. 146 (6/a), e
con altre eventualmente
previste a titolo di lavoro nocivo, rischioso o per profilassi.
8. Trattamento di missione. - 1. Le misure intere lorde
giornaliere dell'indennità di missione sono le
seguenti:
a) livello V, VI, VI-bis, VII, VIII ed VIII-bis: L. 39.600;
b) livello IV: L. 28.800.
2. A decorrere dal 1° gennaio 1990 per incarichi di missione di durata
superiore a dodici ore, al
personale compete il rimborso delle spese documentate, mediante fattura o
ricevuta fiscale, per il
pernottamento in albergo della categoria consentita e per uno o due pasti
giornalieri, nel limite di L.
30.000 per il primo pasto e di complessive 60.000 per i due pasti. Per incarichi
di durata non inferiore
ad otto ore compete il rimborso di un solo pasto.
3. Oltre a quanto previsto dal comma 2, compete un importo pari al trenta per
cento delle vigenti
misure delle indennità orarie e giornaliere. Non è ammessa in ogni caso
opzione per l'indennità di
trasferta in misure, orarie o giornaliere, intere.
4. Nei casi di missione continuativa nella medesima località di durata non
inferiore a trenta giorni è
consentito il rimborso delle spese per il pernottamento in residenza
turistico-alberghiera, di categoria
corrispondente a quella ammessa per l'albergo, sempreché risulti economicamente
più conveniente
rispetto al costo medio della categoria consentita nella medesima località.
5. I limiti di spesa per i pasti di cui al comma 2 sono rivalutati annualmente,
a decorrere dal 1°
gennaio 1991, in relazione ad aumenti intervenuti nel costo della vita in base
agli indici ISTAT, con
decreto del Ministro del tesoro, di concerto con il Ministro per la funzione
pubblica.
6. Il personale delle diverse qualifiche, inviato in missione al seguito e per
collaborare con
dipendenti di qualifica più elevata o facente parte di delegazione ufficiale
dell'amministrazione, può
essere autorizzato, con provvedimento motivato, a fruire dei rimborsi e delle
agevolazioni previste per
il dipendente in missione di qualifica più elevata.
7. Al personale in trasferta che, nella località di missione, non possa
consumare i pasti o pernottare
per comprovate esigenze di servizio, risultanti dal provvedimento con cui la
missione stessa è disposta,
compete l'indennità di missione nella misura prevista dal comma 1 per ogni
ventiquattro ore di
permanenza fuori sede ed in ragione di un ventiquattresimo per le ore residuali,
ai sensi della legge 18
dicembre 1973, n. 836 (6/a), e successive modificazioni. L'indennità è ridotta
del cinquanta per cento
qualora il dipendente in missione è tenuto, a seguito di provvedimento
dell'amministrazione, a fruire di
vitto ed alloggio gratuiti forniti dall'amministrazione medesima (6/b).
9. Indennità integrativa speciale nella tredicesima
mensilità. - 1. A decorrere dall'anno 1990
l'indennità integrativa speciale mensile corrisposta al personale in servizio,
in aggiunta alla tredicesima
mensilità, è incrementata di un importo lordo pari a L. 48.400.
2. Il beneficio derivante dall'applicazione del comma 1 è proporzionalmente
ridotto nei casi in cui la
tredicesima mensilità non compete in misura intera.
10. Indennità di ordine pubblico fuori sede. - 1. Al
personale della Polizia di Stato, comandato in
servizio di ordine pubblico fuori sede in maniera isolata o collettiva, compete,
in sostituzione
dell'indennità di cui all'art. 1 della legge 31 maggio 1975, n. 201 (7), e
successive modificazioni ed
integrazioni, un'indennità giornaliera di ordine pubblico fuori sede nelle
seguenti misure:
a) livello V, VI, VI-bis, VII, VIII ed VIII-bis: L. 40.000;
b) livello IV: L. 30.000.
2. Ai fini della corresponsione dell'indennità di cui al comma 1:
a) le frazioni del servizio di ordine pubblico di quattro o più ore comportano
l'attribuzione della
indennità di ordine pubblico fuori sede in misura intera; per le frazioni,
aventi durata inferiore a quattro
ore, l'indennità è dovuta in ragione di un ventiquattresimo per ogni ora di
servizio di ordine pubblico
fuori sede;
b) l'indennità compete per il servizio di ordine pubblico in località poste in
comune diverso dalla
ordinaria sede di servizio;
c) l'indennità non è cumulabile con l'indennità di marcia e con il
trattamento economico di missione;
d) in caso di servizio che non comporta il pernottamento fuori sede,
l'indennità di cui al comma 1 è
ridotta del trenta per cento;
e) il personale in servizio di ordine pubblico fuori sede è obbligato a
consumare il vitto fornito
dall'amministrazione e ad alloggiare, in locale messo a disposizione dalla
stessa amministrazione.
3. Le disposizioni di cui ai commi 1 e 2 hanno effetto dal 1° giugno 1990.
11. Presenza qualificata. - 1. Il supplemento giornaliero
dell'indennità d'istituto, previsto dall'art. 2
della legge 28 aprile 1975, n. 135 (8), nella misura stabilita dall'art. 7,
comma 1, del decreto del
Presidente della Repubblica 10 aprile 1987, n. 150 (9), per il personale che, a
turno, è tenuto ad
assicurare l'obbligo di cui all'art. 64 della legge 1° aprile 1981, n. 121
(10), così come disciplinato
dall'art. 32 del decreto del Presidente della Repubblica 28 ottobre 1985, n. 782
(11), è quintuplicata per
ciascun turno, con effetto dal 1° luglio 1990 (11/a).
2. Con decreto del Ministro dell'interno, di concerto con i Ministri del tesoro
e per la funzione
pubblica, è fissato il contingente di personale della Polizia di Stato da poter
impiegare nei turni di cui al
comma 1.
3. La maggiorazione di cui al comma 1 non è cumulabile con quella prevista
nell'art. 12.
12. Servizi esterni. - 1. Il supplemento giornaliero
dell'indennità d'istituto, previsto dall'art. 2 della
legge 28 aprile 1975, n. 135 (8), nella misura stabilita dall'art. 7, comma 1,
del decreto del Presidente
della Repubblica 10 aprile 1987, n. 150 (9), è triplicato per il personale
impiegato nei servizi esterni, ivi
compresi quelli di vigilanza esterna agli istituti di pena, organizzati in turni
sulla base di ordini formali di
servizio. Tale maggiorazione non è cumulabile con quella di cui all'art. 11 ed
ha decorrenza dal 1°
luglio 1990.
2. Il supplemento giornaliero di cui al comma 1 è quintuplicato per il
personale chiamato a prestare
servizio in attività di istituto nei giorni di Natale, 26 dicembre, Capodanno,
Pasqua, lunedí di Pasqua e
Ferragosto.
13. Congedo ordinario. - 1. La funzione del congedo ordinario
può essere rinviata anche nel
secondo semestre dell'anno successivo qualora sussistano motivi non riferibili
alla volontà del
dipendente, ma imputabili a cause di forza maggiore.
2. Il diritto al congedo ordinario non è riducibile in ragione di assenza per
infermità, anche se tale
assenza si sia protratta per l'intero anno solare. In quest'ultima ipotesi
l'indicazione del periodo durante
il quale è possibile godere del congedo ordinario spetta all'amministrazione in
relazione alle esigenze di
organizzazione del servizio.
3. Le infermità insorte durante la fruizione del congedo ne interrompono il
godimento nei casi di
ricovero ospedaliero o di malattie ed infortuni, adeguatamente e debitamente
documentati e che
l'amministrazione sia posta in condizione di accertare.
4. La ricorrenza del Santo Patrono nel comune sede di servizio, se ricadente in
giornata lavorativa
feriale, è considerata come congedo ordinario oltre il limite previsto dalle
vigenti disposizioni.
14. Assenze obbligatorie. - 1. Alle lavoratrici madri in
astensione obbligatoria dal lavoro ai sensi
dell'art. 4 della legge 30 dicembre 1971 n. 1201 (12), vanno garantite, oltre al
trattamento economico
ordinario, le quote di salario accessorio fisse e ricorrenti.
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15. Copertura assicurativa. - 1. L'Amministrazione della pubblica sicurezza è
tenuta stipulare
apposita polizza assicurativa in favore dei dipendenti autorizzati a servirsi,
in occasione di missioni o
per adempimenti di servizio fuori dall'ufficio, del proprio mezzo di trasporto,
limitatamente al tempo
strettamente necessario per l'esecuzione delle prestazioni di servizio.
2. La polizza di cui al comma 1 è rivolta alla copertura dei rischi, non
compresi nella assicurazione
obbligatoria di terzi, di danneggiamento al mezzo di trasporto di proprietà del
dipendente, nonché di
lesioni o decesso del dipendente medesimo e delle persone di cui sia stato
autorizzato il trasporto.
3. Le polizze di assicurazione relative ai mezzi di trasporto di proprietà
dell'amministrazione saranno
in ogni caso integrate con la copertura, nei limiti e con le modalità di cui ai
commi 1 e 2, dei rischi di
lesioni o decesso del dipendente addetto alla guida e del personale di cui sia
stato autorizzato il
trasporto.
4. I massimali delle polizze di cui al presente articolo non possono eccedere
quelli previsti, per i
corrispondenti danni, dalla legge per l'assicurazione obbligatoria.
5. Gli importi liquidati dalle società assicuratrici in base alle polizze
stipulate da terzi responsabili e
di quelle previste dal presente articolo sono detratti dalle somme eventualmente
spettanti a titolo di
equo indennizzo per lo stesso evento.
16. Attività culturali e ricreative. - 1. Ai fini di una
migliore efficienza dei servizi, consegnabile
anche con il rispetto e con l'articolazione dell'orario di lavoro, con la
promozione culturale e con il
benessere psico-fisico, l'Amministrazione della pubblica sicurezza può
istituire, nelle proprie strutture, o
demandare ad enti, forniti di personalità giuridica, che abbiano come finalità
la prestazione di servizi
sociali ed assistenziali a favore del personale destinatario del presente
regolamento, servizi ricreativi,
culturali, di approvvigionamento, di asilo nido ed assumere iniziative per il
tempo libero a favore dei
propri dipendenti.
2. La gestione di tali servizi può essere affidata ad organismi formati, a
maggioranza, dai
rappresentanti dei dipendenti e da rappresentanti dell'amministrazione ed è
sottoposta alla vigilanza di
un comitato interno formato, a maggioranza, da rappresentanti
dell'amministrazione e che preveda
anche la partecipazione di rappresentanti dei dipendenti. Quando esistono enti
assistenziali con
personalità giuridica di diritto pubblico o riconosciuti di interesse pubblico,
aventi per finalità le
prestazioni di servizi sociali ed assistenziali a favore del personale
destinatario del presente
regolamento, l'esercizio, le iniziative e la gestione di tali attività possono
essere demandate ai suddetti
enti.
3. Per il raggiungimento delle finalità di cui al comma 1, l'amministrazione
può, compatibilmente con
le proprie necessarie e prioritarie esigenze operative, mettere a disposizione
degli enti e organismi di
cui al comma 2, nonché di eventuali associazioni fra i dipendenti all'uopo
costituite, adeguati locali che,
in quanto utilizzati per scopi istituzionali sono esenti da canoni.
4. L'amministrazione iscrive negli appositi capitoli degli stati di previsione
le spese per la
manutenzione ordinaria dei locali messi a disposizione.
5. Nel caso di servizi individuali, i lavoratori interessati partecipano con una
quota che non può
eccedere il trenta per cento del costo complessivo, salvi i casi diversamente
regolati da disposizioni
legislative.
6. Con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, da emanarsi, su
proposta del Ministro
dell'interno e sentite le organizzazioni sindacali di polizia di cui all'art. 2
del decreto del Ministro per la
funzione pubblica 3 agosto 1989, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 184
dell'8 agosto 1989, entro un
anno dalla data di entrata in vigore del presente regolamento, sarà definito il
regolamento tipo degli
organismi di cui al primo periodo del comma 2, se costituiti.
17. Disciplina del personale in aspettativa sindacale. - 1.
L'aspettativa per motivi sindacali di cui
agli articoli 88 e 89 della legge 1° aprile 1981, n. 121 (12/a), e successive
modificazioni ed integrazioni,
ha termine con la cessazione, per qualsiasi causa, del mandato sindacale, che
deve essere
tempestivamente comunicata al Ministero dell'interno e per conoscenza alla
Presidenza del Consiglio
dei Ministri - Dipartimento della funzione pubblica, alla quale deve
essere anche inviato il decreto di
ripartizione delle aspettative di cui al terzo comma del citato art. 88 (12/b).
18. Permessi sindacali retribuiti. - 1. I permessi sindacali
di cui all'art. 90 della legge 1° aprile,
1981, n. 121 (12/a), sono attribuiti in misura non inferiore al turno di
servizio giornaliero per
l'espletamento del mandato sindacale.
2. I permessi complessivamente spettanti a ciascuna organizzazione sindacale,
secondo i criteri
fissati nell'art. 19, non possono superare mensilmente, per ciascun avente
diritto di ciascuna
organizzazione sindacale, nove turni di servizio giornaliero.
3. I permessi sindacali sono concessi salve inderogabili ed eccezionali esigenze
di servizio (12/b).
19. Monte orario complessivo dei permessi sindacali. - 1. Il
monte ore annuo complessivamente a
disposizione per i permessi di cui all'art. 18 è determinato in tre ore per
ogni ente di ruolo in servizio al
31 dicembre dell'anno precedente.
2. La ripartizione del monte ore di cui al comma 1, da rapportare in turni
giornalieri di servizio, è
effettuata in proporzione al grado di rappresentatività di ciascuna
organizzazione sindacale, accertato
in base al numero delle deleghe rilasciate all'amministrazione per la
riscossione del contributo
sindacale, entro la data del 31 dicembre di ciascun anno, avendo cura di
rispettare il diritto alla
riservatezza per quanto riguarda i nominativi dei deleganti. Il quindici per
cento del monte orario è, in
ogni caso, ripartito in parti uguali fra le organizzazioni sindacali di cui al
decreto del Ministro per la
funzione pubblica 3 agosto [989, e successive modificazioni, pubblicato nella
Gazzetta Ufficiale n. 184
dell'8 agosto 1989; deve comunque essere garantita ad ognuna delle predette
organizzazioni sindacali
una giornata lavorativa al mese per provincia a titolo di permesso sindacale.
3. La ripartizione di cui al comma 2 è effettuata con provvedimento del
Ministro dell'interno e
comunicata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della
funzione pubblica ed alle
organizzazioni sindacali destinatarie, entro il 31 marzo di ciascun anno.
4. Sulla base delle indicazioni fornite dalle diverse organizzazioni sindacali,
il Ministero dell'interno
provvede alla ripartizione tra gli organismi statutari provinciali, regionali e
nazionali dei permessi
spettanti a ciascuna organizzazione sindacale.
5. Le modalità per la concessione dei permesso retribuiti sono definite,
sentite le organizzazioni
sindacali interessate, tenendo conto in particolare delle condizioni
organizzative degli uffici.
6. Oltre ai permessi retribuiti di cui all'art. 18, possono essere concessi,
salve inderogabili ed
eccezionali esigenze di servizio, ulteriori permessi retribuiti esclusivamente
per la partecipazione a
congressi e convegni nazionali previsti dagli statuti delle organizzazioni
sindacali aventi titolo ai
permessi di cui al medesimo art. 18, ovvero per la partecipazione a trattative
sindacali su
convocazione della amministrazione. Tali permessi non si computano nel
contingente complessivo di
cui al comma 1. Non si computa altresì in detto contingente la partecipazione
alle riunioni degli organi
collegiali statutari, nazionali centrali e periferici, secondo criteri fissati
dal Ministro dell'interno, d'intesa
con le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative (12/c).
20. Igiene e sicurezza del lavoro. - 1. La amministrazione
provvede all'adozione di idonee iniziative
volte a garantire l'applicazione della regolamentazione comunitaria e di tutte
le norme vigenti in
materia di igiene e sicurezza del lavoro e degli impianti, tenendo conto, in
particolare, delle misure atte
a garantire la salubrità e sicurezza degli ambienti di lavoro e la prevenzione
delle malattie professionali;
in ogni caso, almeno nei primi tre mesi di gravidanza le lavoratrici non possono
essere adibite ai
videoterminali.
2. Nei confronti del personale destinatario del presente regolamento, che opera
in condizioni
lavorative per le quali è riconosciuto il diritto alla percezione
dell'indennità di rischio di cui al decreto
del Presidente della Repubblica 5 maggio 1975, n. 146, è istituito apposito
libretto sanitario.
21. Norma finale di rinvio. - 1. Restano confermate, ove non
modificate o sostituite dal presente
regolamento, le disposizioni di cui ai decreti del Presidente della Repubblica
27 marzo 1984, n. 69 (13),
10 aprile 1987, n. 150 (14), e 23 giugno 1988, n. 234 (15).
22. Onere finanziario. - 1. Alla copertura della spesa
derivante dall'applicazione del presente
regolamento si provvede ai sensi del decreto-legge 1° giugno 1990, n. 127.
23. Entrata in vigore. - 1. Il presente decreto entra in
vigore il giorno successivo a quello della sua
pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.
(1) Pubblicato nella Gazz. Uff. 14 giugno 1990, n. 137.
(2) Si ritiene opportuno riportare anche la premessa del presente decreto.
(2/a) L'art. 22, L. 7 agosto 1990, n. 232, riportata al n. A/LXXV, ha soppresso
il riferimento al livello
VIII-bis sostituendolo con il riferimento al livello IX.
(2/b) Riportato al n. A/LXIII.
(3) Riportato al n. A/LXV.
(4) L'art. 22, L. 7 agosto 1990, n. 232, riportata al n. A/LXXV, ha soppresso il
riferimento al livello
VIII-bis sostituendolo con il riferimento al livello IX.
(4/a) Vedi, anche, gli artt. 2 e 35, D.P.R. 31 luglio 1995, n. 395, riportato al
n. A/CXI e gli artt. 2 e 3,
D.P.R. 10 maggio 1996, n. 359, riportato al n. A/CXVIII.
(4/b) Riportato al n. A/LXIII.
(4/c) Riportato al n. A/LXV.
(5) Riportato alla voce IMPIEGATI CIVILI DELLO STATO.
(5/a) Vedi, anche, gli artt. 5 e 14, D.P.R. 10 maggio 1996, n. 359, riportato al
n. A/CXVIII.
(6) Riportato al n. A/LII.
(6/a) Riportata alla voce IMPIEGATI CIVILI DELLO STATO.
(6/b) Vedi, anche, gli artt. 6 e 39, D.P.R. 31 luglio 1995, n. 395, riportato al
n. A/CXI, nonché gli artt.
6 e 15, D.P.R. 10 maggio 1996, n. 359, riportato al n. A/CXVIII.
(7) Recante norme per l'adeguamento dell'indennità giornaliera per i servizi
collettivi di ordine pubblico
fuori sede.
(8) Riportata al n. I/IX.
(9) Riportato al n. A/LXIII.
(10) Riportata al n. A/XXX.
(11) Riportato al n. A/LX.
(11/a) Vedi, anche, gli artt. 8 e 41, D.P.R. 31 luglio 1995, n. 395, riportato
al n. A/CXI.
(12) Riportata alla voce LAVORO.
(12/a) Riportata al n. A/XXX.
(12/b) Vedi gli artt. 27 e 28, D.P.R. 31 luglio 1995, n. 395, riportato al n. A/CXI.
(12/c) Vedi l'art. 28, D.P.R. 31 luglio 1995, n. 395, riportato al n. A/CXI.
(13) Riportato al n. A/LII.
(14) Riportato al n. A/LXIII.
(15) Riportato al n. A/LXVII.